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Riccardo Illy (Presidente Gruppo Illy): «Il Recovery italiano rischia di non avere cervelli e braccia per essere realizzato»

Riccardo Illy, imprenditore e presidente del Gruppo Illy, riflette sulle problematiche relative al Pnrr e, in particolare, sul rischio di non disporre delle risorse umane necessarie a realizzarlo.

«Sul Recovery Plan è stato detto e scritto di tutto dopo la sua presentazione e approvazione. La critica apparentemente più aspra riguarda la mancanza di un progetto complessivo nel quale inserire coerentemente le decine di opere e iniziative previste nel piano. Il disegno si vede in realtà controluce; ha forse il difetto di non essere stato esplicitato nelle premesse del piano stesso».

«La seconda critica riguarda i tempi autorizzativi: con le attuali norme in vigore i tempi complessivi dettati dalla Ue per realizzare il piano non basterebbero nemmeno per svolgere l’iter autorizzativo della maggioranza delle opere – sostiene in un’analisi scritta per Inpiù quotidiano digitale di analisi e commenti – Sono previste semplificazioni normative che richiedono, esse stesse, tempi lunghi per la stesura e per l’approvazione».

«Per aggirare l’ostacolo sono stati nominati 29 commissari straordinari, che saranno presumibilmente autorizzati a procedere in deroga alle farraginose norme in vigore. La terza più che una critica è un dubbio: le opere pubbliche da realizzare in meno di sei anni ammontano a 82,7 miliardi di euro, che vanno ad aggiungersi alle altre opere pubbliche e private la cui realizzazione è prevista nel periodo. Se già oggi molte imprese lamentano la carenza, aggravata dalle limitazioni alla circolazione delle persone causate dalla pandemia, di risorse umane per completare le opere in corso, troveranno le risorse aggiuntive necessarie a costruire altri 15 miliardi di opere all’anno?».

«La risposta semplicistica è: abbiamo il 10% di disoccupati, le risorse umane ci sono. In realtà fra quelle di ingegneri, tecnici, quadri e manovali idonei a costruire autostrade o ferrovie, ce ne sono ben pochi. E come noto a tutti il tema immigrazione è tabù; non è quindi pensabile nemmeno di “importarli” temporaneamente».

«La sensazione è che a questo aspetto nessuno abbia pensato; quando ho rivolto la domanda a un manager di una delle principali imprese di costruzioni italiane mi ha risposto secco che le risorse umane non si troveranno. Se non verranno presi tempestivamente provvedimenti su questo fronte rischiamo che il Pnrr, dopo aver superato tanti ostacoli, si infranga sulla carenza dei cervelli e braccia che lo dovrebbero realizzare».

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