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«Whatever it takes» per salvare l’Italia. Ecco chi è Draghi, come intende spendere i fondi del Recovery. E cosa pensa la stampa internazionale

I bene informati rivelano che sia talmente puntuale che abbia l’orologio al polso puntato cinque minuti in anticipo, e che quando nel corso della sua carriera andava ad un vertice o alla riunione dell’Eurogruppo amasse viaggiare ‘leggero’ al punto da imbarcare il bagaglio, seppur minuscolo, col necessario di una sola notte in albergo.

Il suo rigore, la sua autorevolezza, riconosciuti finanche dai “falchi”  tedeschi, gli hanno creato un soprannome ad hoc, quello di  “Super Mario”: questo perche’ ha salvato l’Eurozona, ricorrendo  al ‘bazooka’, con la determinatezza del ‘whatever it takes’ (qualsiasi cosa sia necessario), e a tutto l'”arsenale” messo a  disposizione dalla Banca Centrale Europea di cui e’ stato  presidente per otto anni. 

Mario Draghi approda all’Eurotower nel 2011, dopo una lunga carriera: tra i diversi incarichi ricoperti, anche quello di Governatore della Banca d’Italia.

Classe 1947, sposato con  Serena e due figli, al vertice dell’istituto di via Nazionale  approda nel 2006, succedendo al discusso predecessore Antonio  Fazio.

Dal 2002 e’ stato anche vicepresidente per l’Europa di Goldman Sachs. E prima di approdare a  prestigiose cariche (nel 2006 presidente del Financial Stability Forum, e tra il 1984 ed il 1990 direttore esecutivo della Banca  Mondiale), e’ stato per diversi anni docente universitario in  diverse universita’, tra cui Venezia e Firenze.

Per dieci anni, dal ’91 al 2001, e’ stato direttore generale del Tesoro e dal 1993 al 2001 presidente del comitato per le liberalizzazioni.  Nel 1998, ha contribuito grandemente al testo unico della finanza, che peraltro porta il suo nome (legge Draghi) e che  attua una riforma del sistema finanziario italiano. 

E grazie alla sua fama di economista, Draghi e’ un ‘nome’ indubbiamente di prestigio: basti pensare che nel 2012 e’ stato nominato uomo dell’anno dal Financial Times. Un riconoscimento dovuto alla sua abilita’ nel gestire il debito pubblico sovrano,  nell’estate di nove anni fa, evitando che la crisi finanziaria  dell’epoca finisse per travolgere grandi economie dell’Eurozona  come quella spagnola ed italiana.

Come? Il suo ‘bazooka’ era  rappresentato dal “Quantitative easing”, provvedimento con cui  la la Banca Centrale Europea si e’ impegnata ad acquistare (dal  22 gennaio del 2015 fino al settembre del 2016) titoli di stato  dei paesi dell’Eurozona per un controvalore di 60 miliardi di  euro. Salvato l’Euro, un’altra sua ‘ossessione’ e’ stata a lungo  la crescita.

Non piu’ tardi di due mesi fa, aveva rivelato in una delle sue rarissime interviste che per stimolare la ripresa  “serve uno sguardo lungo e progetti ad alto rendimento”. 

“La sostenibilita’ del debito pubblico in un certo Paese sara’ giudicata sulla base della crescita e quindi anche di come verranno spese le risorse di Next  Generation Eu”.

Sono le ultime parole affidate dal Mario Draghi  alla stampa, a meta’ dicembre, affrontando con alcuni giornalisti i temi di stringente attualita’, dai vaccini ai rischi delle  imprese.

“Se le risorse saranno sprecate – aveva ammonito – il  debito alla fine diventera’ insostenibile perche’ i progetti  finanziati non produrranno crescita”.    

Per Draghi, con la preparazione da banchiere centrale, il nodo del debito pubblico e’ sempre stato centrale.

“L’impatto (di  Next Generation EU, ndr) sulla crescita e sulla sostenibilita’  del debito negli anni a venire sara’ maggiore, quanto piu’ grande  e’ il debito iniziale – aveva spiegato – Per questo e’ cosi’ importante che i Paesi con un debito elevato facciano una  valutazione molto attenta del tasso di rendimento dei progetti  che finanzieranno”.    

Le scelte devono essere oculate, ma anche il tempo non e’ una  variabile indipendente. “Le autorita’ devono agire urgentemente –  aveva aggiunto – perche’ “in molti settori e Paesi siamo sull’orlo  del precipizio in termini di solvibilita’, specialmente per le  piccole e medie imprese, con i programmi di sostegno in scadenza  e il patrimonio esistente che viene eroso dalle perdite”.   

 La consapevolezza e’ anche quella di gestire la fase  d’emergenza e poi l’uscita dalla crisi: “Il problema – aveva detto  parlando a dicembre nelle vesti di co-presidente di un gruppo di  lavoro del G30 – e’ peggiore di quel che appare perche’ il  massiccio aiuto in termini di liquidita’, e la vera e propria  confusione causata dalla natura senza precedenti di questa crisi, ne stanno mascherando le vere dimensioni”.

“Mario DRAGHI salvo’ l’euro, ma riuscira’ a salvare l’Italia dalla confusione politica?”: tutta la stampa internazionale a cominciare dal Wall Street Journal, registra l’arrivo di Mario DRAGHI sulla scena politica italiana per tentare di uscire dalla crisi e scommette sull’ex capo della Bce nel compito nel quale la politica ha fallito.

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