Astm, gigante controllato al 50,5% dalla famiglia Gavio e per il 49,5% dal fondo Ardian, nelle scorse settimane si è aggiudicata una gara per il controllo del traffico in una contea della California.
Il ceo Umberto Tosoni ha anticipato la strategia per il futuro a Class Cnbc, in occasione di Road to MF35.
Vi definite una one company, cosa significa?
“Vuol dire sapere progettare e realizzare opere avvalendoci delle nostre competenze e da lì estrarre il maggior valore possibile nella sapiente gestione delle concessioni.
È un modello che ha dimostrato grande capacità di resilienza in momenti difficili, come il covid o la crisi dei materiali legata alla guerra in Ucraina.
E i risultati di business sono positivi”.
Sul fronte delle concessioni, avete appena rilevato le quote di Autostrade per l’Italia in Tangenziale Esterna Milano, di cui ora avete il controllo. Operazione da 140 milioni. Con quale obiettivo?
Da quando siamo entrati, la Tem è stata un osservatorio importante, perché l’area attorno al capoluogo lombardo è tra quelle con una crescita paragonabile alle aree più industrializzate d’Europa, e ha un futuro di sviluppo sicuro nei prossimi anni.
Quando c’è stata l’occasione, abbiamo pensato di assumerne il controllo per gestire in prima persona la crescita di questo asset strategico.
Vogliamo avere anche un ruolo di partner della regione e del comune negli sviluppi futuri.
Come vede il mercato delle concessioni autostradali in Italia?
“Vedo grandi opportunità e ovviamente anche qualche rischio da gestire.
Il primo è che non si rispettino i ruoli che lo schema di concessione prevede.
Credo che il modello di concessione classico sia uno schema assolutamente positivo, basato su una partnership virtuosa tra pubblico e privato che funziona in tutto il mondo e deve funzionare anche qui”.
Quali sono le difficoltà?
“La criticità sono i tempi.
Il nostro è un mercato capital intensive, dove si deve investire subito miliardi per fare le opere necessarie.
La rete italiana è vetusta, ha bisogno di importanti interventi di un operatore sano e robusto come noi.
Le risposte che deve dare la parte pubblica, cioè il concedente, devono arrivare nei tempi e devono essere tali da permettere al privato di operare, di indebitarsi, andare sul mercato dei capitali per realizzare queste grandi opere ed essere remunerato in maniera congrua”.
Quali sono i principali progetti in questa fase?
“Abbiamo un piano importante di rinnovamento e potenziamento di tutta la rete per l’asset viario.
Ci stiamo dedicando al completamento delle linee guida sui viadotti per la sicurezza del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e all’adeguamento dei tunnel alle direttive europee.
E poi il progetto del futuro, la smart road.
Sulla Torino-Milano, ad esempio, siamo tra i primi in Europa a inserire l’intelligenza nelle infrastrutture: una rete di sensori che registrano lo stato della singola opera e il suo ciclo di vita.
Inserire nell’asset tutta la tecnologia e l’intelligenza necessaria, per avere informazioni in tempo reali e darne anche agli utenti agli e utilizzatori dell’asset.
Cosa fate per rendere l’autostrada più sostenibile?
“Oggi l’infrastruttura non è più un asse viario che collega solo due punti, ma si inserisce in un contesto più ampio in cui contano diversi aspetti tra quello ambientale.
Di conseguenza, lavoriamo tra l’altro a innovazioni sostenibili come la raccolta delle acque piovane in piattaforma, che vengono poi trattate, e restituite all’agricoltura, e tanti altri diversi interventi di questo tipo”.
Parliamo della vostra presenza internazionale. Come vedete il vostro futuro in America?
“Abbiamo puntato molto sugli Stati Uniti, mercato in cui siamo entrati da diversi anni con dove abbiamo l’acquisizione di una partnership importante con una società di progettazione e costruzione, leader nell’area di New York e del New Jersey.
Il mercato è molto dinamico e dal lato concessioni stradali si sta indirizzando sullo sviluppo delle cosiddette express line, le corsie preferenziali a pagamento con tariffazione oraria differenziata, dedicate a un pubblico business, quelli per cui raggiungere presto il posto di lavoro non ha prezzo e che sono disposti a pagare.
Pensa che le express line arriveranno anche sulle nostre autostrade?
“Credo di sì.
Basti vedere lo stato di congestione che c’è nelle arterie attorno ai grandi centri urbani, credo che ci arriveremo molto velocemente”.
L’altro grande mercato è il Brasile.
“In Brasile siamo arrivati a quasi 5.000 chilometri gestiti.
È un mercato enorme.
Nei prossimi anni metteranno a gara oltre 10.000 chilometri.
Lì le regole sono semplici, con un ruolo del privato molto chiaro, che ha la flessibilità per agire e investire velocemente.
E il pubblico fa la sua parte, dando le regole e controllando.
Da qui in avanti, però, non abbiamo l’intenzione di crescere in maniera bulimica.
Pensiamo di scegliere solo le concessioni e le gare che ci interesseranno, perché strategiche e strategiche e le riteniamo profittevoli.
Tra i grandi progetti, ci sono anche le Olimpiadi Milano-Cortina 2026.
“Noi siamo impegnati attraverso il Consorzio Eteria in partnership con il gruppo Caltagirone nella realizzazione esclusiva della dell’Arena Santa Giulia, che sicuramente diventerà un’opera simbolica importante di questo importante evento.
I lavori proseguono puntualmente secondo il cronoprogramma, ma sarà necessario che tutti i soggetti coinvolti svolgano correttamente il loro ruolo”.