“Apprendiamo dalla stampa che il Ministero dell’Economia e quello del Lavoro starebbero studiando un provvedimento per prolungare su base volontaria l’età del pensionamento di vecchiaia dei dipendenti pubblici oltre i 67 anni.
Sembra che alla radice di tale provvedimento ci siano le crescenti difficoltà di ricambio delle professionalità in alcuni settori-chiave del lavoro pubblico come sanità, giustizia, sicurezza e così via.
Il trucco di lanciare il pallone in aria per vedere l’effetto che fa è vecchio come Matusalemme e in realtà costituisce un tentativo di rimettere mano alla riforma Fornero violando il tabù dei 67 anni”.
Lo afferma in una nota Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione.
“Visto che potere politico e potere mediatico vogliono sondare la nostra reazione, eccola qua.
Finiamola con la storia delle professionalità che mancano.
Lo sappiamo da anni che gli uffici pubblici si stanno svuotando.
Abbiamo denunciato in ogni modo la mancanza di ricambio generazionale nelle Amministrazioni Centrali, dove siamo al minimo storico di personale in servizio, specie tra le figure professionali più ricche di competenze e, per questo, più difficili da sostituire”, aggiunge.