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Stefano Patuanelli (Ministro dello Sviluppo Economico):«Transizione 4.0 piano shock pensato per le imprese»

La Transizione 4.0 costituisce il cuore delle misure che saranno contenute nel piano italiano del Recovery Fund «per dare una risposta alle esigenze di innovazione delle nostre imprese.

È un piano shock con cui il governo si è impegnato fortemente per dare la possibilità alle imprese di digitalizzarsi in un momento molto difficile come è quello che stiamo vivendo».

Lo ha affermato il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli.

«L’arco temporale per gli incentivi relativi a queste misure sarà di tre anni e quindi fino al 30/6/2023. Era un elemento che ci è stato chiesto dalle associazioni di categoria». «Inoltre» aggiunge «abbiamo deciso di implementare tutte le aliquote e i massimali» perché «è fondamentale dare alle imprese degli strumenti importanti per investire. Non si poteva estendere queste misure solo per un anno. Non si poteva neanche estenderle per cinque anni, perché avrebbe creato un rallentamento degli investimenti. Noi dobbiamo invece mettere le aziende nelle condizioni di investire ora». Con il piano Transizione 4.0, sottolinea, «andremo a stimolare oltre 100 miliardi di investimenti privati».

Transizione 4.0 «ha una diversa composizione delle aliquote e dei massimali, ma è una misura automatica che porta a un miglioramento delle cose che già le imprese conoscono». Il Ministro spiega inoltre che ci sarà anche un intervento sul credito di imposta relativo ai beni strumentali classici: «Un’impresa che acquista un bene come per esempio pc o stampanti dal valore di 1.000 euro potrà fare la detrazione fiscale sul mese successivo l’acquisto. In questo modo c’è un abbassamento delle tasse del 10%».

«Queste sono ore importanti in cui stiamo definendo gli aspetti preliminari del piano italiano del Recovery Fund», continua. «Sono dei momenti impegnativi per il governo e il parlamento. È un momento di forti interlocuzioni». Il Ministro si è poi soffermato sul tema della ricerca e dello sviluppo. «Nella scorsa legge di bilancio abbiamo già fatto un passaggio che prevede un cambiamento dal metodo incrementale a quello volumetrico. Ciò permette di applicare una aliquota che sale al 20% dal precedente 12% e di aumentare il massimale dai 3 miliardi precedenti ai 4 miliardi per R&S. Prevediamo anche la creazione di poli nazionali relativi alle tecnologie emergenti che saranno messe a disposizione di tutto il mondo della ricerca. Questi poli nazionali saranno un fattore di aggregazione delle diverse case di tutte le tecnologie presenti in Italia. Fare rete è una cosa importante».

«Il Super Ecobonus al 100% non può terminare nel 2021. È necessaria una proroga al 2023», aggiunge. «Il 2023 credo sia un arco temporale corretto e su questo c’è l’allineamento di tutte le forze politiche. Stiamo lavorando per trovare una soluzione per le coperture ma il Superbonus al 110% è un elemento importante perché consente il rilancio dell’edilizia».

Patuanelli ha ricordato inoltre che «i pilastri del Recovery sono tre: innovazione e digitalizzazione, trasformazione energetica e rafforzamento delle filiere e patrimonializzazione delle imprese. Il tema è come rafforzare le filiere del nostro paese. «Molte PMI partecipano a queste filiere stando isolate, dobbiamo stimolare la compartecipazione».

Accennando alle critiche mosse soprattutto da Confindustria sul mancato coinvolgimento da parte del governo sul Recovery Fund, il Ministro chiarisce: «Tutto il piano Transizione 4.0 è stato costruito ascoltando le associazioni di categoria e in particolare Confindustria. La cabina di regia è questa. Non informiamo a cose fatte». «Ci sarà il dialogo con gli enti locali e con le associazioni di categoria. Il governo ascolta, fa sintesi e poi decide cosa fare. Noi siamo sempre stati aperti al dialogo».

Patuanelli esclude, infine, tensioni nell’esecutivo. «È assurdo pensare di creare delle turbolenze all’interno del governo in un Paese che sta affrontando una pandemia. Stabilità e certezza sono le cose che gli imprenditori chiedono. Dobbiamo dare fiducia ai nostri imprenditori. L’impresa crea ricchezza e lavoro. È assurdo che il governo venga visto come colui che mette i bastoni tra le ruote. Dobbiamo cambiare delle cose e andare verso una maggiore digitalizzazione e su questo diamo carta bianca alle imprese con il supporto del governo».

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