Sulla Stampa, Giovanni Orsina spiega perché Berlusconi si sfila da Salvini. E osserva che le divisioni che attraversano l’opposizione, e che separano il primo dal secondo, possono essere analizzate per le loro cause e conseguenze politiche di breve, medio e lungo periodo.
Nel breve periodo Berlusconi ha parecchio da guadagnare dal dialogo con la maggioranza di governo: può accrescere il proprio peso politico e la propria visibilità pubblica, presentandosi come uno statista. Sbaglierebbe però, secondo Orsina, chi da tutto questo deducesse che nel medio periodo Forza Italia si stia apprestando a entrare stabilmente nella maggioranza di governo. Pesano le inimicizie politiche che comunque non sono venute meno, in particolare col Movimento 5 Stelle.
Sul lungo periodo lo scenario si fa molto nebuloso. La frattura interna all’alleanza di destra-centro è parte della più ampia faglia fra – per così dire – establishment europeista e populismo euroscettico che è venuta emergendo a partire dal 2012. Bene: è molto difficile sapere che cosa ne sarà di questa faglia una volta che il Covid-19 avrà prodotto tutti i suoi effetti.
Ci sono almeno tre parametri da tenere d’occhio: il primo è il sistema elettorale: se le prossime elezioni nazionali dovessero sciaguratamente svolgersi con la proporzionale, l’alleanza di destra-centro non avrebbe proprio più nessuna ragion d’essere. Liberi tutti. Il secondo parametro riguarda la situazione sociale: gli effetti economici della pandemia colpiscono soprattutto le categorie che storicamente votano a destra. L’Europa, infine. La pandemia l’ha resa irriconoscibile: il patto di stabilità è sospeso e, al riparo della Banca centrale europea, l’indebitamento monta ovunque. È molto difficile, in queste condizioni, che la faglia fra establishment europeista e populismo euroscettico resti nei prossimi tempi quella che è stata in questi ultimi anni.