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Brunello Cucinelli: «Non è una crisi congiunturale come quella del 2008. Ma un colpo imprevisto, improvviso e durissimo. Presto torneremo ad essere quello che eravamo»

Brunello Cucinelli divide l’anno in due: alla prima parte, particolarmente complessa e pesante anche dal punto di vista dei conti, seguiranno sei mesi di ripresa per l’azienda che guida, tanto da riuscire a limitare i danni.

L’imprenditore ha avuto modo di fare il punto della situazione intervenendo nel corso della diretta Instagram #Postcovid – Il mondo che verrà sull’account del Sole 24 Ore.

«Il secondo trimestre dell’anno è stato pesante perché il 90% dei negozi è stata chiusa.

«Ma noi vediamo già un terzo e quarto trimestre positivo, quindi vediamo un anno con una leggera perdita, che gli analisti stimano attorno al 10%».

«Quest’anno leggeremo i bilanci in maniera diversa, scomponendolo in trimestri. Il 2020, che io definisco un anno sospeso, dovrebbe avere un bilancio del primo semestre e uno del secondo semestre».

«Nei mesi scorsi ho detto ai miei: dobbiamo avere il coraggio di lavorare guardando per il 40% al 2020 e per il 60% al 2021 e 2022».

«Dobbiamo leggere i dati in modo separato, per non rischiare di dire a ottobre “è un anno difficile”. La prima parte di quest’anno è stata molto difficile»

«Una volta che i negozi hanno riaperto, la situazione sta leggermente migliorando. Noi siamo in azienda 2024 persone e siamo tutte al lavoro».

«Il terzo trimestre sarà migliore e il quarto ancora meglio. Siamo usciti con la collezione uomo e fra 15 giorni usciremo con la collezione donna».

«Nel 2021 abbiamo programmato per la nostra azienda un aumento dei ricavi del 15%, quindi torneremo a crescere del 5-6% sul 2019».

«La nostra impresa è cresciuta ogni anno del 10-11% e ha fatto sempre profitti. Se un anno abbiamo avuto alcuni mesi difficili non possiamo considerarla una crisi strutturale. Nel 2021 contiamo di arrivare ad essere 2040».

»Non credo che sia una crisi strutturale come quella del 2008. Prima dell’arrivo della pandemia l’economia andava bene. Si tratta di una grande grandinata in cui si è perso il raccolto. Passato questo periodo, quindi, noi torneremo a fare le sfilate e ad essere quello che eravamo».

«Saremo molto più attenti a come e dove sono prodotte le cose che usiamo. Sarà un momento nuovo perché abbiamo bisogno di avere un grande rispetto per il Creato».

«Acquisteremo ma non consumeremo» sottolinea Cucinelli, aggiungendo che ci sarà più attenzione per un’economia circolare, per ciò che «può essere riparato, sistemato e riutilizzato».

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