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Antonella Viola (Immunologa): «I vaccini Johnson&Johnson e AstraZeneca usano la stessa tecnologia e devono essere regolamentati allo stesso modo»

L’immunologa Antonella Viola commenta sulla Stampa la notizia della temporanea sospensione del vaccino di Johnson&Johnson: notizia che ha gelato le speranze dei tanti Paesi che lo aspettavano per dare una forte accelerazione alla campagna vaccinale. La decisione è partita proprio dagli Stati Uniti, dove l’agenzia regolatoria che vigila sui farmaci – la Fda – ha deciso di sospendere il vaccino temporaneamente e, come dichiarato, con “un eccesso di cautela” a causa di sei eventi trombotici che si sono verificati in donne sotto i cinquant’anni di età.

Johnson&Johnson usa la stessa tecnologia di AstraZeneca: un vettore adenovirale modificato per contenere il Dna necessario a produrre la proteina spike del Sars-CoV-2. Non è quindi del tutto inatteso che i due vaccini possano generare risposte simili da parte del sistema immunitario. I rarissimi casi di trombosi innescati dal vaccino prodotto da AstraZeneca sembrano infatti essere causati da un’impropria attivazione del sistema immunitario, che attacca le piastrine e causa i noti fenomeni tromboembolici.

Questi eventi, lo ricordiamo, si sono verificati solo in persone giovani, e da qui la decisione di non utilizzare il vaccino nelle persone sotto i sessant’anni di età.  Se si scoprirà che anche i sei eventi trombotici segnalati dalla Fda sono riconducibili a questa reazione autoimmune, bisognerà applicare al vaccino Johnson&Johnson le stesse regole che stiamo usando per AstraZeneca: dovrà essere utilizzato solo negli over 60. La Francia si è già mossa in tal senso, dichiarando che il vaccino sarà utilizzato solo in chi ha più di 55 anni. Ancora una volta, senza imparare nulla dagli errori precedenti, l’Europa si muove quindi scomposta e scoordinata di fronte a un tema che, invece, richiede equilibrio e unità.

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