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Openpolis-Eurostat: donne occupate poco più della metà (53,8%)

In 10 anni la progressione c’è stata e sono sempre di più le donne che lavorano. Il dato attuale è però ancora basso: ad oggi sono ancora poco più della metà (53,8%) le donne con un impiego. Dall’altra parte gli uomini occupati sono lievemente diminuiti (-0,4%), ma costituiscono il 73,4% della popolazione maschile.
Un elemento che pesa negativamente sul tasso di occupazione femminile è sicuramente l’inattività. Le donne, su cui ricadono maggiormente le responsabilità di cura di figli o parenti anziani, spesso scelgono di non cercare un lavoro fuori dalle mura domestiche, per restare a casa a occuparsi della famiglia. Si tratta di un aspetto analizzato dal report Eurostat come ostacolo al conseguimento dell’obiettivo sull’uguaglianza di genere. Considerando la popolazione inattiva in Italia, è evidente infatti il diverso peso che le responsabilità familiari hanno sulle donne e sugli uomini. Per le prime il lavoro di cura è la ragione dell’inattività nel 39,4% dei casi, più degli altri motivi (di studio, di salute e altri). Al contrario, solo il 4% degli uomini individua nelle responsabilità di cura il motivo della propria condizione di inattività. La ragione principale per loro è lo studio, nel 24,8% dei casi. Una sproporzione che si presenta, anche se in misura diversa, in tutti i paesi Ue. Anche in questo caso generalmente gli stati del sud presentano divari ampi e quelli del nord differenze più limitate.

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