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Lagarde sotto accusa al Parlamento Europeo: “fabbricate disoccupati”. Ma la Bce tira dritto e annuncia ennesimo rialzo dei tassi a marzo | Reportage

Sbaglia chi sostiene che la stretta monetaria in corso, con il progressivo aumento dei tassi d’interesse, sia una risposta sbagliata all’attuale ondata inflazionistica, perché questa sarebbe originata esclusivamente dai forti rincari energetici dovuti alla guerra in Ucraina; in realtà, l’attuale inflazione non è essenzialmente attribuibile all’energia, i cui prezzi sono in calo.

Lo ha affermato ieri a Strasburgo la presidente della Bce, Christine LAGARDE, rispondendo alle osservazioni di diversi eurodeputati su questo punto, durante un dibattito nella plenaria del Parlamento europeo sul rapporto annuale della stessa Bce.

“L’inflazione complessiva (‘headline’) non sta aumentando al momento, ma sta declinando”, ha constatato LAGARDE: “È passata dal 10,1% di novembre al 9,2% a dicembre ed è ora all’8,5%. Ciò che non sta declinando ed è rimasto stabile, da dicembre a gennaio con una lieve crescita da novembre a dicembre, è quello che noi chiamiamo inflazione di fondo (‘core’), che comprende tutte le componenti eccetto l’energia e il settore alimentare. Il suo livello è attualmente al 5,2%”.

“È da notare in particolare – ha continuato la presidente della Bce – che c’è stato un rincaro dei beni industriali fuori dal settore energetico, e questo risponde al punto che alcuni eurodeputati hanno sollevato, secondo cui attualmente l’inflazione sarebbe essenzialmente attribuibile all’energia. Non è attribuibile all’energia”, ha sottolineato LAGARDE.

“L’energia – ha riconosciuto tuttavia – ha avuto una parte significativa e continua ad averla, e i costi indiretti dell’energia stanno anche alimentando” l’inflazione nel settore dei beni industriali, così come “nei servizi, dove ha continuato a declinare lievemente, dal 5,4% al 5,2%. Ma resta da vedere se questo continuerà”.

“È piuttosto ovvio – ha continuato la presidente della Bce – che un ulteriore indebolimento della domanda contribuirebbe anche ad abbassare le pressioni dei prezzi rispetto a quanto finora anticipato, specialmente nel medio termine”.

“Ciò che stiamo vedendo nell’economia è che la pressione sui prezzi rimane alta; ma ciò che è cambiato – ha rilevato LAGARDE – è che i rischi sono diventati più equilibrati per quanto riguarda le previsioni dell’inflazione (‘inflation outlook’), specialmente nel medio termine”.

E questo si spiega proprio con “il declino degli alti prezzi dell’energia, che continua a trasmettersi attraverso il resto dell’economia, speriamo alla stessa velocità di quando i prezzi salivano, ma questo resta da vedere, e non lo abbiamo ancora visto”.

La presidente tira dritto verso un nuovo rialzo dei tassi da mezzo punto a marzo, nonostante un’audizione di fronte alla riunione plenaria del Parlamento europeo che l’ha costretta in trincea, fra accuse di favorire le banche col rialzo dei tassi e allarmi per gli effetti della normalizzazione monetaria.

La Bce – ha ribadito LAGARDE – “intende alzare i tassi di altri 50 punti base al nostro prossimo meeting di marzo, e poi valuteremo il successivo percorso di politica monetaria”. Del resto “i rischi per le prospettive di crescita – ha detto LAGARDE – sono ora più bilanciati di quanto fossero a dicembre”, e anche se l’indice generale dei prezzi è in calo da tre mesi consecutivi, quello ‘di fondo’, al netto di energia e prezzi alimentari, è sui massimi storici.

Parole accolte con un fuoco di fila di critiche da parte di molti europarlamentari: dalla Bce “fabbrica di disoccupati” – anche se nei fatti la disoccupazione nell’area euro è ai minimi storici – all’accusa dell’italiano Antonio Maria Rinaldi (Lega) contro una Bce “rigidamente monetarista” la cui politica monetaria ha effetti depressivi” che realizzeranno la triste diagnosi “l’operazione è perfettamente riuscita ma il paziente è morto”.

Nulla di tutto ciò è sembrato perturbare l’aplomb dell’avvocato francese che guida la Bce: al contrario, LAGARDE ha snocciolato una serie di numeri a difesa dell’operato della Bce (“l’inflazione non è solo dovuta all’energia”) e ribadito che è proprio per tutelare le fasce più deboli che occorre combattere l’inflazione. Così la pensa il gruppo (crescente) di governatori che appoggiano la nuova stretta di marzo. Ma per migliorare i rapporti con gli eurodeputati, LAGARDE – che nel pomeriggio dopo una serie di rinvii aveva incontrato la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola – ha notificato ufficialmente che la Bce “è pronta a formalizzare, per iscritto, le attuali procedure di accountability” con cui la Bce rende conto del suo operato al Parlamento europeo.

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