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Giuseppe Ricci, presidente Aidic: “Se per l’energia si punta solo alle rinnovabili ci sarà un aumento dei costi”

“Puntare solo sulle rinnovabili potrebbe fare aumentare ulteriormente i già alti costi dell’energia”.

Così Giuseppe Ricci presidente dell’Aidic (Associazione Italiana di Ingegneria Chimica), nell’ambito del simposio ESCAPE 34/ PSE 24 ‘Intelligenza artificiale, nuove tecnologie e neutralità carbonica’ organizzato a Firenze.

L’approccio della Eu alla decarbonizzazione si basa su una mistificazione, ovvero che l’energia sarebbe costata meno.

“La EU – aggiunge Ricci – ha confuso la decarbonizzazione con l’elettrificazione ad ogni costo, con sola energia elettrica rinnovabile, la qual cosa richiede enormi investimenti, minore sicurezza energetica e un costo per i cittadini e le imprese che non sarà trascurabile.

In vista dell’ennesima ‘stangata’ per finanziare le rinnovabili esiste dunque un’alternativa alla sola elettrificazione?” Il presidente Aidic, Giuseppe Ricci, ha inoltre sottolineato come “l’approccio ideologico che è stato dato al processo di transizione ha aumentato i costi dell’energia penalizzando la competitività del sistema Italia e non solo.

Si è sostituita la decarbonizzazione con l’elettrificazione.

La scelta dalla EU, di voler condizionare lo sviluppo ad un’unica soluzione (energia rinnovabile come fonte ed energia elettrica come vettore), bandendo ogni altra soluzione (bando all’Ice, no all’H2 blue, no al blue power, no alla Ccs, è stato possibile grazie alla più grande mistificazione dei nostri tempi, ovvero che con le rinnovabili l’energia sarebbe costata meno per cui si può tranquillamente seguire anche la strada più complicata e difficile per raggiungere gli obiettivi.

Anche l’energia rinnovabile ha un costo elevato, perché gli investimenti sono enormi non solo per la produzione ma soprattutto per la rete, per gli accumuli e per tutti gli interventi necessari a renderla continua e affidabile; inoltre non si possono elettrificare tutti i consumi.

Ci sono i cosiddetti HTA che non possono essere elettrificati, in assoluto o solo a fronte di investimenti insostenibili.

In primis molti settori dell’industria e poi il trasporto pesante su strada, il trasporto aereo e quello marittimo.

Se partiamo dalla consapevolezza che l’energia rinnovabile costa e la decarbonizzazione costa tantissimo, allora diventa naturale seguire il concetto di neutralità tecnologica e di mix energetico piuttosto che una sola soluzione scelta su basi ideologiche.

Ritengo sarebbe stato più sensato puntare alla decarbonizzazione utilizzando tutti i vettori energetici disponibili e non solo elettricità e idrogeno, in particolare considerare attentamente l’utilizzo di combustibili derivati da rifiuti e da biomasse ottenute senza competere con le produzioni alimentari e senza deforestazione, fonti già oggi ampiamente disponibili su scala industriale ed economicamente competitive”.

Secondo Aidic infatti l’utilizzo di tutte le tecnologie disponibili, senza posizioni ideologiche a priori, rappresenta il metodo migliore per realizzare la decarbonizzazione, garantendo la sicurezza energetica e allo stesso tempo il benessere economico e sociale del nostro paese.

Questo significa abilitare tutte le tecnologie disponibili e applicarle secondo il loro grado di efficienza ed efficacia, senza esclusioni o imitazioni, guardando solamente alla loro capacità di decarbonizzare e al loro costo complessivo.

Soluzioni come le rinnovabili vengono così affiancate alla produzione di Energia elettrica da gas con cattura della CO2, per bilanciare la rete e ridurre gli investimenti per gli accumuli, peraltro non completamente sufficienti per soddisfare tutte le esigenze, il trasporto elettrico con i biocarburanti, questi ultimi applicati soprattutto sul trasporto pesante, aereo e marittimo dove l’ elettrificazione è enormemente costosa e tecnologicamente immatura, l’idrogeno deve poter essere anche blue (da gas con la cattura della CO2), come fattore di riduzione del costo dello stesso e per abilitare il green, che altrimenti non potrà svilupparsi come previsto dalla EU, perché troppo costoso e comunque discontinuo.

Una iniziativa, questa di Firenze, che ha messo al centro dei lavori importanti interrogativi: “Che strada sta prendendo la transizione in Italia?

Che correzioni di rotta tra intraprendendo e potrà intraprendere la prossima commissione EU?

Quali opportunità può creare per le imprese e il territorio regionale il binomio ricerca pubblica e privata unita all’intelligenza artificiale?

A dare risposte 950 ricercatori, ingegneri, dirigenti, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni che partecipano 34 European Symposium on Computer -Aided Process Engineering (ESCAPE 34) e del 15 International Symposium on Process Systems Engineering (PSE 24), organizzati dall’Associazione Italiana di Ingegneria Chimica (AIDIC), con il supporto della Federazione Europea di Ingegneria Chimica (EFCE).

Ha chiuso la quattro giorni fiorentina il Workshop dal titolo ‘Sfide ed opportunità delle nuove tecnologie’ con il presidente Aidic, Giuseppe Ricci; Flavio Manenti, presidente Cape di Efce, Chiara Galletti, Delegata del Rettore per le relazioni industriali, Università di Pisa; Giacomo Rispoli, MyRechemical, Nextchem (Gruppo Maire) che è intervenuto sui progetti di Hydrogen Valley in Italia”; Piero Che’rie’, Eni che ha parlato della trasformazione del sito di Livorno in bioraffineria”.

In chiusura Alfredo Mancini, Orim SpA sul Il riciclo dei materiali critici: una scelta obbligata che è un’opportunità”.

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