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Giorgio Parisi (presidente Accademia dei Lincei): «Il virus è un tir che ci sta venendo addosso. Il Governo intervenga subito»

“A marzo stavamo per essere investiti da un Tir che viaggiava a 130 chilometri orari. Oggi ci sta arrivando addosso a 60 chilometri orari”.

E’ il parallelismo che il professor Giorgio Parisi, presidente dell’Accademia dei Lincei, tra i fisici italiani piu’ stimati nel mondo, fa in un’intervista a la Repubblica in tema di Covid-19.

E precisa: “Abbiamo il tempo per scansarci, ma se non lo faremo ci ammazzera’ lo stesso, anche se va piu’ piano”.

Un suo articolo recente pubblicato dall’Huffington Post ha ispirato 100 scienziati che hanno inviato un appello al capo dello Stato Mattarella e al premier Conte in cui segnalano “all’attenzione delle istituzioni le stime riportate nell’articolo”.

E che Parisi ribadisce: 500 morti al giorno a meta’ novembre. Poi ragiona: “Temo persino che sia una stima ottimistica. La situazione e’ questa: a partire dal 5 ottobre i nuovi casi raddoppiano ogni settimana. Ed e’ ormai consolidato il rapporto tra nuovi casi e numero di morti: i decessi sono proporzionali ai contagi con una settimana di ritardo”.

Secondo Parisi “C’e’ un rapporto di uno a ottanta, un decesso ogni 80 contagi” cosicche’ “ragionevolmente, i quasi 20mila nuovi casi di oggi corrisponderanno a circa 250 morti di venerdi’ prossimo”.

“Se dunque le misure prese nei giorni scorsi non dovessero rallentare questa tendenza – sintetizza l’accademico dei Lincei – basta un po’ di aritmetica per calcolare che a meta’ novembre ci ritroveremo con 500 morti al giorno”. Poi Parisi rovescia un paradigma di questi giorni: “C’e’ un dato che mi colpisce: da inizio settembre i nuovi contagi sono aumentati di quasi otto volte, mentre i tamponi effettuati sono solo raddoppiati. L’impressione e’ che sia l’aumento dei casi a far crescere il numero di tamponi: piu’ ci sono contagi piu’ si fanno controlli. Spero che si stia riuscendo a registrare il 90% dei casi”, dice il professore che prospetta ancora un calcolo.

“Con un po’ di matematica si puo’ dimostrare che questo corrisponde al fatto che una persona contagiata ne infetta in media altre due. E allora l’obiettivo immediato deve essere ridurre del 50% le occasioni di contatto fra le persone”. 

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