«Non vi è un eccesso di contagi nelle scuole italiane rispetto ad altre situazioni: i casi si sono diffusi nelle aule esattamente come in altri contesti sociali». Lo afferma il biologo Enrico Bucci in un’intervista a Repubblica. «Ma non è una buona notizia», avverte il ricercatore. «Significa che la scuola non è stata difesa, non si è fatto abbastanza per metterla in sicurezza, tanto che in termini di contagio è diventata come tutti gli altri luoghi non protetti».
«Abbiamo riordinato tutti i dati disponibili sui contagi in Italia al 31 ottobre, comune per comune. E li abbiamo rielaborati andando a vedere come i casi positivi si sono distribuiti nella popolazione scolastica e in quella non scolastica», sottolinea Bucci. Il risultato è stato che «l’incidenza è esattamente la stessa, dentro e fuori le scuole».
«Se su un grafico si mettono in ascisse i casi nella popolazione non scolastica e in ordinate i casi nella popolazione scolastica, le diverse regioni si collocano su una retta, la cui pendenza è proprio il rapporto tra il numero di chi va a scuola e chi no. Un andamento che conferma quanto detto: nella scuola ci si contagia esattamente come altrove».