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Antonio Polito (Corriere della Sera): «Rabbia e frustrazione: i due stati d’animo che chiamano in causa l’operato dei poteri pubblici»

Sul Corriere della Sera Antonio Polito parla di «rabbia» e «frustrazione» per la seconda ondata di contagi che sta colpendo il Paese, “due stati d’animo che chiamano in causa l’operato dei poteri pubblici”.

“La rabbia – scrive Polito – deriva dalla convinzione che gran parte di ciò che era stato promesso, garantito, programmato, non è stato fatto. Prendiamo i «tracciatori». Ce ne sono 9.241 in Italia. Nessuno può essere stato colto alla sprovvista dalla necessità di averne di più. Eppure, dopo più di tre mesi sono aumentati di appena 275 unità. Nell’area metropolitana di Milano ci sono solo 25 medici delle Usca. Ne era stato previsto un fabbisogno di 130. Anche senza conoscere questi numeri gli italiani hanno capito che non si è fatto abbastanza per gestire questa seconda ondata.

Poi c’è la «frustrazione». Questo stato d’animo ha almeno due ragioni. La prima è la perdita di reddito che sta subendo una parte importante dell’economia italiana. Stavolta il governo ha dovuto scegliere che cosa chiudere e che cosa lasciare aperto. Era dunque forse inevitabile che le «vittime» avvertissero di subire una «ingiustizia».

Questo malessere anima la maggior parte delle proteste e rischia di determinare la più pericolosa delle fratture: tra i garantiti e i non garantiti, tra chi ha il «buono pasto» e chi no. Ma la «frustrazione» ha un’origine forse anche più profonda: e cioè il dubbio che questi sacrifici siano quelli giusti e servano davvero. Queste contraddizioni ci stanno facendo perdere fiducia nella capacità del guidatore di tenere la strada. Il malessere, o la rabbia, o la frustrazione, hanno dunque una loro ragion d’essere e l’argomento che le cose non vanno meglio in altri Paesi europei, non può bastare a renderci più sereni. L’Italia sa stringersi intorno alle sue istituzioni, ma pretende di più”.

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