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Volkswagen, Renault e Stellantis studiano la creazione di una ‘Airbus delle automobili’ | L’iniziativa

Volkswagen, Renault e Stellantis stanno esplorando la possibilità di un consolidamento tra competitor per abbattere i costi di produzione di veicoli elettrici e affrontare le minacce che si affacciano sul mercato automotive europeo, dettate dall’avanzata dei concorrenti cinesi con auto a basso costo, oltre a Tesla, e dalla previsione di un generale rallentamento delle vendite di auto elettriche nel 2024.

Il tema era stato affrontato direttamente dal ceo di Stellantis Carlos Tavares la scorsa settimana, che durante un’intervista a Bloomberg aveva dichiarato che “le aziende che non sono preparate per affrontare la concorrenza cinese si metteranno nei guai” in futuro.

Alla fine di gennaio, in un’altra intervista, il numero uno di Stellantis si era spinto ad affermare che un’industria che si fonda su una guerra dei prezzi e non si adatta ai nuovi trend avrebbe avuto come epilogo un “bagno di sangue”.

In questo scenario, il ceo del gruppo Renault Luca De Meo, che è anche il presidente dell’Associazione europea dei costruttori di auto, sostiene la creazione di un’alleanza “simile a quella che ha creato un produttore di aerei europeo per competere con Boeing unendo risorse in Germania, Francia, Spagna e Regno Unito”.

Creare una ‘Airbus delle automobili‘, a detta del manager, aiuterebbe a condividere gli enormi costi di costruzione di veicoli elettrici a basso costo, consentendo loro di beneficiare di una scala più ampia.

Al momento Vw, Stellantis e Renault stanno lavorando in modo indipendente a modelli elettrici che costano attorno ai 25.000 euro o meno, mentre Mercedes e Bmw prevedono di lanciare diversi modelli migliorati sul fronte delle emissioni entro il 2025.

Secondo quanto riportato da Bloomberg, i leader dei costruttori di auto europei starebbero vagliando diverse opportunità, dalla condivisione delle risorse per lo sviluppo delle auto al raggruppamento di società oltre i confini europei per competere meglio in un mondo che sta cambiando e in cui i competitor cinesi hanno messo in luce le debolezze del mercato automotive europeo.

I prossimi mesi saranno cruciali: secondo le stime di BloombergNEF, le vendite di auto 100% elettriche vedranno il ritmo di crescita più lento dal 2019 quest’anno, con uno stallo che aprirà sempre di più le porte ai concorrenti.

E anche Tesla, colosso del settore, non è immune a questo rallentamento del mercato: un calo del valore delle sue azioni ha spazzato via attorno ai 150 miliardi di dollari dalla sua capitalizzazione di mercato.

Sullo sfondo incombono anche le incertezze sul risultato delle elezioni europee e statunitensi di quest’anno e l’entrata in vigore del regolamento Euro 7 nel 2025, che imporrà ai costruttori norme più stringenti per la produzione delle auto e sanzioni cospicue.

Il vantaggio delle aziende cinesi sta nel forte sostegno statale, che permette loro di offrire al mercato modelli più economici – e spesso anche più avanzati sul fronte tecnologico.

L’incapacità delle case automobilistiche europee di elaborare un piano B di successo rischia di sconvolgere un settore che impiega circa 13 milioni di persone e rappresenta il 7% dell’economia dell’Ue.

E mentre in Ue si apre la possibilità di un consolidamento, lo stesso potrebbe accadere negli Stati Uniti, dove storici player come General Motors e Ford hanno ridotto gli investimenti nei veicoli elettrici e hanno indicato di essere aperte a partnership con concorrenti.

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