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Vincenzo Visco (economista): «Ecco come il centrodestra applicherà la Flat tax»

“La proposta di Flat tax è uno dei punti centrali della discussione nella campagna elettorale, ma poco si è capito delle intenzioni effettive della coalizione di destra. Berlusconi vuole l’aliquota unica al 23%, e non ha parlato di gradualità. Lega e Fratelli d’Italia sono per la gradualità e per un approccio di tassazione incrementale. La Lega ha rilanciato una sua vecchia proposta depositata in Parlamento in cui si ipotizzano tre fasi di attuazione, la prima relativa all’estensione del forfait per i lavoratori autonomi, la seconda molto confusa e complessa che in realtà ipotizza aliquote crescenti di un punto ogni 1000 euro, e che è stata demolita da Baldini e Pellegrino su La Voce.info, mentre nella terza fase si andrebbe a regime”.

Lo sostiene l’economista ed ex ministro all’economia (con il centrosinistra) Vincenzo Visco, in un editoriale per il magazine digitale Inpiù.net.

“Fdi condivide l’intervento a favore degli autonomi, e prevede una graduale riduzione del numero delle aliquote, e una tassazione incrementale al 15% sugli aumenti di reddito, con forti rischi di elusione e manipolazione dei bilanci soprattutto per i lavoratori autonomi come sottolineato da Boeri e Perotti, mentre per i lavoratori dipendenti l’aliquota ridotta si applicherebbe agli aumenti contrattuali, mentre per i pensionati, il cui reddito di fatto non aumenta, non si applicherebbe per niente; del resto, nella visione della destra italiana, e non solo, i pensionati rappresentano un categoria improduttiva, come i vecchi al tempo del covid, di cui non vale la pena occuparsi più di tanto. Si dà il caso però che i pensionati sono tanti e votano” ragiona Visco.

In realtà c’è un punto su cui sicuramente convergerà l’intera coalizione, ed è quello dell’estensione del forfait da 65 mila euro a 100 mila euro, che aumenterebbe la discriminazione gravissima tra i contribuenti che già oggi esiste, secondo un’impostazione corporativa della tassazione. Oggi, per esempio, a parità di reddito effettivo, per esempio 35 mila euro, un lavoratore indipendente paga 2.500 euro in meno di un dipendente, e 3.400 in meno di un pensionato. L’estensione di questa discriminazione determinerà un beneficio per praticamente tutti i lavoratori indipendenti, a scapito degli altri. Un privilegio “esorbitante” di cui occorre acquisire consapevolezza piena” aggiunge. 

“Peraltro, il motivo di fondo di questo intervento è chiaro: secondo i dati ufficiali che il governo pubblica ogni anno in occasione della presentazione del bilancio, lavoratori indipendenti e imprese individuali evadono in media la base imponibile dell’Irpef (e la relativa imposta) per il 60-65% (!), con questa misura essi sarebbero trasformati da evasori in contribuenti onesti, in spregio di ogni principio e di ogni decenza politica. E’ molto probabile, quindi, che questo sarà l’unico intervento che sarà attuato e che della Flat Tax per tutti non si sentirà più parlare” conclude Visco.

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