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Stefano Folli (la Repubblica): «Il punto delicato è la transizione tra Draghi e Meloni»

Stefano Folli su Repubblica esamina quella che sarà la delicata transizione tra Draghi e Meloni: “Negli Stati Uniti la transizione tra un presidente uscente e il suo successore dura circa due mesi e mezzo. È un periodo delicato, definito da regole precise e gestito da persone competenti.

Viceversa in Italia, sia per le caratteristiche del nostro sistema sia per una storia politica peculiare, non sempre il risultato elettorale ha scandito passaggi memorabili.

Eppure stavolta è diverso. In primo luogo – spiega Folli – perché si passa da un governo ‘tecnico’ di alto profilo, che di fatto conclude una stagione di esecutivi almeno in parte extra-politici nati in vari momenti su iniziativa del presidente della Repubblica, a un ministero fondato su un mandato popolare.

Un mandato che ovviamente divide il Paese e scatena passioni, ma questo è un bene.

E c’è dell’altro. La vittoria della destra, secondo modalità e proporzioni sconosciute in passato, segna un salto di notevoli proporzioni per la vita pubblica. Una giovane figlia di una cultura politica opposta a quelle dominanti negli anni della Repubblica finisce — è inevitabile — sotto esame. Sul piano interno e internazionale.

Deve scansare ostacoli di ogni genere, ma soprattutto è chiamata a dar prova di quel «senso di responsabilità» da lei stessa evocato nelle ultime ore. Ecco allora che la parola “transizione” acquista un significato nuovo, avvicinando l’esperienza italiana a quella americana.

In un arco di tempo di circa un mese – osserva Folli – gli aiutanti della futura premier e lei stessa dovranno impadronirsi di tutti i “dossier” essenziali per cominciare col piede giusto. In testa ci sono i temi economici, i dati del bilancio dello Stato, la gestione del Pnrr (e anche gli eventuali ritocchi da negoziare con l’Ue).

Si capisce che il sentiero è tortuoso: vi si incrociano, da un lato, la tutela dei conti pubblici, la politica fiscale, le prime scelte economiche e dall’altro il rapporto con un’Europa dubbiosa e diffidente. È transizione, certo, ma al tempo stesso è già confronto acceso.

Basti pensare che la legge di bilancio dovrebbe essere presentata all’Unione il 16 ottobre, quando il governo ancora non sarà formato. Quel che conta è il clima politico nel quale si compirà questa transizione.

Dipende un po’ da tutti, ma in prima battuta dalla vincitrice del 25 settembre. È prioritaria – conclude Folli – la sua capacità di darsi un profilo istituzionale, magari ascoltando i consigli di Mattarella e Draghi”.

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