“Prima dell’avvento della trazione integrale, i piloti di rally utilizzavano, per le vetture a trazione anteriore, il punta-tacco. Con la punta del piede frenavano, con il tacco acceleravano ottenendo così che la frenata agiva sulle ruote posteriori per farle slittare intraversando la macchina per affrontare a velocità più sostenuta i tornanti. Il “punta- tacco” mi è tornato in mente osservando il comportamento scoordinato, se non contraddittorio, dei Governi e delle Banche centrali. I primi non hanno tolto l’acceleratore degli incentivi (con l’eccezione del Governo Meloni che ha revocato quello del 110% e gli sconti sulle accise) mentre le seconde aumentano i tassi per frenare l’economia, al fine di ridurre l’inflazione”.
Parte da qui l’analisi dell’imprenditore Riccardo Illy.
“Pensiamo all’uso dei fondi Pnrr, che hanno contribuito ad accelerare l’economia italiana alimentando al contempo l’aumento dei prezzi di materie prime e mano d’opera, quindi dell’inflazione. L’assurdo è che i fondi Pnrr sono a prestito (che li prenda la Ue non fa una grande differenza), alimentando il debito pubblico, nel mentre la frenata della Bce produrrà una contrazione, quantomeno della crescita del Pil” spiega dalle colonne del magazine digitale Inpiù.net
“Il risultato finale sarà un peggioramento del rapporto debito/Pil, l’indicatore più osservato da Commissione Ue e mercati. Non sarebbe meglio che Governi, nazionali ed europeo (vale anche per gli Usa), si coordinassero con la Bce togliendo il piede dall’acceleratore prima di cominciare a frenare? L’intero piano Pnrr potrebbe slittare di qualche anno per raffreddare l’inflazione; i danni prodotti all’economia sarebbero di gran lunga inferiori a quelli prodotti dall’aumento dei tassi di interesse”.