Il Covid “ha fatto ripensare tutto in chiave digitale: la fisicità non è più una necessità, abbiamo capito che molte cose si possono fare senza spostarsi. Così i tempi di lavoro si riducono e migliora la qualità della vita. Abbiamo risparmiato anche sulle collezioni, scoprendo che non è necessario fare tutti i campioni fisici, abbiamo utilizzato showroom più piccoli e per meno tempo”.
Lo afferma in un’intervista a Repubblica l’amministratore delegato di Prada, Patrizio Bertelli. “Abbiamo la possibilità di un forte rilancio ma la diffusione del Covid in paesi che l’hanno sottovalutato può rimettere in discussione tutto. Mario Draghi è un uomo fuori dal sistema dei partiti e grazie alla sua autorevolezza gestisce in modo programmatico il paese e con un consenso allargato. Al momento la formula funziona e l’unica cosa che disturba è l’incertezza riguardo il suo futuro”, spiega.
“Siamo stati gli unici ad andare su una piazza finanziaria asiatica anche per stare vicino ai nostri mercati di riferimento, ben sapendo di perdere una fetta dei flussi finanziari che transitano su New York o in Europa. In futuro potremmo pensare a una doppia quotazione ma non è un tema di attualità, non abbiamo bisogno di collocare altre azioni”, continua.
Intanto, “i francesi continuano ad acquisire anche piccole realtà per consolidare le loro posizioni che dipendono in larga parte dalla manifattura italiana. Ma anche noi continuiamo a rafforzare la nostra filiera produttiva e credo che in futuro si potranno realizzare aggregazioni di brand italiani”, osserva. “Per lo sviluppo industriale, vogliamo intervenire anche con capitali lungo la nostra filiera di produzione se vi sono realtà, anche piccole, in difficoltà o che hanno bisogno di investimenti. Ne è un esempio la recente acquisizione fatta con Zegna in Filati Biagioli”, conclude.