Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Angelo Panebianco (Corriere della Sera): «Scuola italiana: pessimi punteggi nelle classifiche Ocse»

«Tema: la classe dirigente italiana e i processi educativi. Svolgimento: spiegare come mai per la suddetta classe dirigente sia irrilevante l’impoverimento in corso del capitale umano a disposizione del Paese». Così Angelo Panebianco, sul Corriere della Sera, riflette a proposito dell’incuria educativa ignorata dalla classe dirigente.

«Collegare tale implicito giudizio di irrilevanza al disinteresse, ampiamente comprovato, di politici di primo piano, imprenditori, banchieri, leader sindacali, grandi professionisti, alti prelati, intellettuali di rango eccetera, per ciò che riguarda la condizione delle scuole e dell’Università. Chiedersi se, per questa ragione, si possa ipotizzare che in Italia una classe dirigente non esista più. In caso di risposta affermativa fare qualche considerazione sulle cause di tale scomparsa», continua.

«Lasciando a chi ne avesse voglia il compito di svolgere il suddetto tema» sottolinea l’editorialista «faccio qualche considerazione sulle ultime notizie, ancora una volta allarmanti, sulla condizione dei processi educativi in Italia. ll Covid ha semplicemente esasperato fenomeni già in atto da molti anni e, in virtù dei quali, la scuola italiana ottiene sempre pessimi punteggi nelle classifiche Ocse. Qui, nell’indifferenza generale, si stanno mandando al macero generazioni di studenti. E si sta preparando un pessimo futuro per l’Italia».

«Che si farà quando il Paese avrà un numero ancora più grande (sono già tantissimi) di analfabeti funzionali e tuttavia diplomati? Sarà una buona notizia per l’economia? Una buona notizia per la democrazia italiana? Il ministro della Pubblica istruzione, che è anche un docente universitario ed ex rettore, a opinione di chi scrive, dovrebbe parlare al Paese».

«Spiegare quali provvedimenti intende prendere per fare in modo che le scuole peggiori si avvicinino agli standard delle migliori, per arrestare la tendenza delle scuole in molte aree del Paese (ma attenzione che scuole così ce ne sono un po’ ovunque in Italia) a trasmettere impreparazione e incompetenza, ad allevare generazioni di semianalfabeti».

«Se non ora quando?» conclude Panebianco. «Per un colpo di fortuna o della Provvidenza, c’è in Italia un governo che ha le qualità e la visione per comprendere quale sia la posta in gioco. Dovrebbe imporre la propria volontà, anche in questo settore, a stuoli di praticoni indifferenti. Con la stessa energia con cui cerca di imporla sul Recovery fund».

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.