Un mandato esplorativo a tempo.
48 ore per capire se il Cote Ter ha maggioranza solida, numeri in parlamento e programma di governo condiviso.
Potrebbe essere questo l’esito delle consultazioni che iniziano oggi al Quirinale.
Venerdì, una volta ascoltate tutte le forze politiche rappresentate alla Camera e al Senato, il capo dello Stato potrebbe decidere di affidare a Giuseppe Conte non un incarico ufficiale, ma appunto un mandato esplorativo, un pre-incarico.
Intanto oggi si parte da un punto preciso: sondare in profondita’ i gruppi parlamentari per accertare “se sia possibile creare una maggioranza con numeri solidi attorno a un programma certo”.
E la parola chiave diventa “programma”.
Perche’ non c’e’ dubbio che per il Conte ter – o per qualunque altro nome si possa materializzare nel percorso misterioso di questa crisi – la partita in questa fase si gioca tutta su come ridare spinta propulsiva ad un esecutivo.
E questo per due motivi: il primo per la convinzione del presidente della Repubblica che con la pandemia ancora virulenta l’Italia non possa permettersi il minimo sbaglio sull’approvazione – ma soprattutto sull’esecuzione e quindi la capacita’ di spesa – del Recovery plan; il secondo si ritrova in quella dose di ambiguita’ negoziale di Italia Viva che, ancora alla vigilia delle consultazioni, continua a sfuggire ad un appoggio chiaro a Conte insistendo sul programma.
Un programma che Mattarella ha tratteggiato nelle sue linee fondanti (radicamento all’Europa, comunione d’intenti ed efficacia amministrativa) ma che di certo non puo’ – almeno per ora – promuovere dall’alto del Colle.
E’ in questo incrocio tra nome e persona che Giuseppe Conte scommette sul suo terzo mandato a palazzo Chigi. Ascoltare le forze politiche, quindi. E non sara’ una formalita’.
Il presidente intende circoscrivere seccamente le varianti e cerchera’ di stanare i partiti rivolgendo poche mirate domande.
Anche perche’ il Colle ha gia’ esplorato in questi tre anni di legislatura ogni possibile soluzione, benedicendo non senza difficolta’ due governi assai diversi tra loro.
Per questo i tempi non saranno serrati e le consultazioni si chiuderanno solo venerdi’ sera, rendendo possibile a Mattarella anche un eventuale supplemento di riflessione durante il fine settimana.
Infatti, segnalano dal Quirinale, se i gruppi parlamentari dovessero chiedere piu’ tempo il presidente non lo negherebbe. Forse meglio una tornata di consultazioni piu’ diluita che essere costretti a ricominciare da capo la prossima settimana.
Se ad oggi il Conte ter regge banco, al Quirinale da tempo si studiano anche altre soluzioni delle quali Giuseppe Conte e’ perfettamente a conoscenza.
A partire dalla possibilita’ di assegnare un incarico esplorativo a un’altra personalita’.
Piu’ difficile che dalle consultazioni possano scaturire gia’ indicazioni per assegnare un incarico pieno a qualcuno che non sia a Conte.
Il presidente vuole dare un incarico sicuro e non permettera’ ricerche di voti parlamentari dell’ultima ora.
Ma e’ del tutto probabile, se non si materializzasse una maggioranza, che il Quirinale costruirebbe un governo elettorale – non con l’attuale premier – per portare il Paese al voto a giugno.
Un esecutivo che sarebbe meglio definire di scopo con l’obiettivo di mettere al sicuro il Paese e avviare il Recovery plan.
Ovviamente sarebbe l’ultima ratio per il Quirinale, dove la chiusura anticipata di una legislatura non e’ mai benevenuta.
Ma tutto questo si sa e non c’era bisogno di ricordarlo a Giuseppe Conte.
Forse non a caso proprio l’agenzia di rating Fitch segnala alla politica cosa interessa veramente ai mercati: “con un governo debole la crescita italiana e’ a rischio” e, segnala un report, “se l’Italia dovesse fallire ad usare i fondi di Next Generation Ue per spingere le prospettive del pil a medio termine, questo potrebbe esercitare pressioni al ribasso sul rating sovrano dell’Italia”.