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Mancano 20 mila ostetriche | L’analisi

C’è un importante carenza di personale sanitario in Italia. «Oggi in Italia siamo 20.885, ma di queste il 20% è in pensione o è andata all’estero, quando non ha proprio cambiato mestiere». Lo dice in un’intervista a La Stampa la presidente della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica, Silvia Vaccari.

E sul dramma del neonato morto all’ospedale Pertini di Roma aggiunge «bisognerà accertare i fatti e questo spetta alla magistratura». Però «vedo che qualcuno sta strumentalizzando una vicenda dolorosa e questo ci demoralizza un po’ se pensiamo agli sforzi che ogni giorno compiamo per garantire a donne e neonati un’assistenza attenta, appropriata e, nonostante tutto, personalizzata».

«Lavoriamo sottorganico» spiega. «Se dovessimo fare un calcolo sulla base dei fabbisogni delle donne, diciamo che all’appello ne mancano altrettante. Ventimila. Per non parlare del fatto che sono anche mal distribuite, sia negli ospedali sia nel territorio». Il Nice, «organizzazione inglese di fama mondiale che promuove le linee guida per la buona pratica clinica, ha stabilito che ogni donna in travaglio dovrebbe essere assistita da un’ostetrica. Noi invece siamo lontanissimi da un rapporto uno a uno. Abbiamo strutture dove a turno tre ostriche devono seguire tremila parti l’anno».

In una donna dopo aver messo al mondo un figlio, «può far subentrare quelli che in gergo chiamiamo “baby-blues”, un sentimento misto di ansia e melanconia, che può trasformarsi in psicosi e sfociare nella depressione» osserva. «Per questo dovrebbero essere poi seguite in casa una volta dimesse». Il Pnrr «e il decreto che riforma l’assistenza territoriale prevedono che i professionisti vadano a prestare assistenza a casa delle persone. E questo vale anche per le ostetriche. Il ministro si è mostrato disponibile a esaminare le nostre proposte su organici e formazione. Ma servono soldi e su quelli decide il Mef».

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