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La maestosità della Reggia di Caserta aspetta la fine della pandemia per donarsi di nuovo al mondo

Lo stile artistico denominato rococò ammicca allo sfarzo e all’eleganza. Luigi Vanvitelli fu un architetto, pittore e massima espressione di tale arte.

Quale persona più indicata poteva esserci per un re che voleva costruire una delle regie più belle del mondo?

Ecco dunque incrociarsi le strade di Vanvitelli e Carlo di Borbone. Ecco come nasce nei pressi di Napoli una nuova Versailles.

Ma procediamo con ordine.

Nella metà del ‘700, Carlo voleva fare della città partenopea una capitale di livello europeo. Aveva bisogno quindi di un’urbanistica e di una dimora, che assecondasse tale ambizione.

Per la seconda era importante anche il luogo. Perché il fattore sicurezza era primario. Quindi doveva essere al di fuori della gittata dei cannoni delle navi da guerra straniere, che potevano stazionare nel porto di Napoli.

Vanvitelli aveva avuto modo di “esercitarsi” con incarichi nello stato Vaticano. Ma nella nuova opera non aveva limiti da rispettare e mezzi da lesinare. In una lettera al fratello, scrisse di aver comprato disegni della regia di Versailles. Ma non trovò in essi ciò che cercava progettualmente. Dunque optò per un blocco a mo’ dei palazzi rinascimentali, come Palazzo Farnese a Roma. Comunque la sua formazione classica ebbe il suo peso.

Vanvitelli aveva l’esigenza di gestire un palazzo enorme, di rimando aveva bisogno di soluzioni adeguate. E dopo lo studio articolato di varie soluzioni, presentò il progetto al re Carlo nel novembre del 1751 e nel gennaio dell’anno seguente si ebbe la posa della prima pietra, con una cerimonia solenne. Con squadroni di cavalleria che delimitavano idealmente il perimetro dell’edificio.

Tutto procedette velocemente sin quando il sovrano, otto anni dopo, lasciò Napoli per Madrid. A quel punto iniziò un rallentamento, accentuato alla morte del Vanvitelli. Toccò dunque al figlio di questi, contornato da validi architetti, terminare l’opera.

Il figlio di Luigi si chiamava Carlo e presentò al successore dinastico, Ferdinando IV, un progetto nuovo e semplificato rispetto a quello originale.

I costi eccessivi del primo indussero ad accettare.

Vediamo ora come si presenta la reggia, a compimento. Si è già scritto che è un complesso monumentale. Questi si sviluppa su cinque piani ed ha la forma di un rettangolo, con 240 metri di lunghezza, circa 200 di larghezza e 42 di altezza. I metri quadrati occupati sono 61.000. La facciata principale si avvale di oltre 140 finestre, quelle totali sono 1742. Il palazzo ha ben 1200 stanze, 34 scale e due sotterranei. Per questo è la reggia più grande al mondo.

I quattro bracci che compongono l’edificio, sono collegati da due bracci ortogonali, che suddividono quattro cortili.

Nell’edificio vi sono gli appartamenti reali. Il più grande è denominato “La sala del Trono”. Poi vi è la pinacoteca, la Cappella Palatina, destinata ai riti della famiglia reale, la Biblioteca Palatina, arredata con librerie di noce e mogano e con una raccolta di 14.000 volumi. In uno degli appartamenti reali, vi è una sala che era adibita per i divertimenti di corte ed ora ospita il presepe borbonico.

Nella reggia vi è spazio per il Teatro di Corte. Esso fu compiuto da Luigi Vanvitelli, con pianta a ferro di cavallo ed è la riproduzione in scala ridotta del San Carlo di Napoli.

La Reggia di Caserta ha uno dei parchi mondiali più sontuosi. Come stile esso è un esempio di giardino all’italiana con vasti prati e aiuole. Ma l’acqua è la protagonista in tutte le sue forme, con una strada percorsa da essa, di oltre tre chilometri. Con cascate e fontane e con statue che si rifanno alla mitologia.

Per far arrivare tanta acqua Luigi Vanvitelli fece costruire l’acquedotto Carolino. Questo la raccoglieva sino a 40 chilometri di distanza. Oltre ai giardini all’italiana vi è quello Inglese, con piante esotiche. In totale si tratta di 120 ettari.

Nonostante le dimensioni del parco, si tratta di una versione ridotta, rispetto all’originaria di Luigi Vanvitelli. Ma la sua vista lascia il visitatore sbigottito davanti a tanta complessa bellezza.

Con la Repubblica Partenopea del 1799, i Borbone vennero destituiti, poi riconquistarono brevemente il potere, ma le truppe napoleoniche prevalsero. Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, divennero re di Napoli. Dopo la battaglia di Waterloo i Borbone ritornarono a Napoli e vi rimasero fino all’Unità d’Italia. La Reggia seguì le sorti di tali avvicendamenti.

La Reggia di Caserta è uno dei grandi patrimoni dell’arte della nostra nazione. La sua immensità, il suo sfarzo, la sua eleganza, sono giunte intatte nel loro fascino. Visitandola possiamo respirare la stessa atmosfera di chi l’ha voluta e vissuta. Per questo è una meta ambita e privilegiata. Dopo varie chiusure per il covid, dal 21 gennaio è di nuovo visitabile in maniera contingentata. Ed il primo giorno di apertura ha accolto 342 visitatori, conquistando i titoli dei giornali.

La Reggia, con il suo scalone introduttivo di 117 gradini, aspetta la fine della pandemia per restituire la sua maestosità ai visitatori di tutto il mondo.

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