Italia in prima linea nelle sanzioni contro Vladimir Putin. Ammonta ormai a circa 2 miliardi di euro il valore complessivo di quanto sanzionato finora nella penisola nel quadro della risposta comune europea all’aggressione russa dell’Ucraina.
Una strategia che mira a mettere pressione agli oligarchi vicini al Cremlino, colpendoli nel portafoglio. Dallo scorso 6 agosto, quando MF-Milano Finanza aveva fatto una prima ricognizione dei beni congelati al mondo imprenditoriale considerato contiguo a Putin e sostenitore del conflitto scatenato contro Kiev, l’elenco è andato via via allungandosi.
Da allora uno dei provvedimenti più consistenti, per un valore di circa 57 milioni, ha riguardato una serie di immobili a Portofino e nel quartiere Parioli di Roma, nonché il capitale di una società, sempre con sede a Portofino, riconducibili al magnate Eduard Yurevich Khudaynatov, uomo d’affari attivo nel settore dell’energia. Lo scorso ottobre le autorità italiane avevano poi congelato gli asset della Eurochem Agro.
Di fatto salvando l’azienda di Cesano Maderno, produttrice di fertilizzanti per l’agricoltura, con 127 milioni di euro di fatturato nel 2021. Una società parte del gruppo di Eurochem di Andrey Melnichenko, proprietario del mega yacht “A”.
Un gigante del mare da 530 milioni che, come già segnalato, assieme ai 650 milioni dell’altra maxi imbarcazione Scheherazade pesa per circa la metà di quanto sanzionato a livello nazionale.
L’attivita’ del Comitato per la sicurezza finanziaria non ha risparmiato l’intrattenimento, colpendo, ad esempio, il musicista Oleg Mikhylovich Gazmanov, proprietario di un immobile da 355mila euro a Lerici, in provincia di La Spezia, e sostenitore di Russia Unita, il partito di Putin. Un menestrello delle azioni di Mosca e per questo entrato nel mirino delle autorità europee.
O ancora è finita nella reta la società di produzione, autorizzata dall’Agcom a diffondere il programma World Fashion International, che fa capo a Igor Albertovich Kesaev, proprietario e presidente del Mercury Group, il principale distributore di tabacco nella Federazione Russia e azionista della Degtyarev, società che produce armi per i militari di società Mosca.
Vale invece circa 10 milioni Villa Walkirie, considerata uno dei complessi più belli della Costa Smeralda, proprietà del magnate Oleg Vladimirovich Deripaska. Circa 5,2 milioni in meno del compendio immobiliare detenuto tramite una serie di veicoli societari esteri da G rigory Vikotorovitsi Berezkin, presidente del gruppo di private equity Esn.
L’Italia, va ricordato, è parte della cosiddetta task force Repo, (Russian Elites, Proxies and Oligarchs) di cui fanno parte i ministri dei Paesi del G7 e dell’Australia, oltre al commissario europeo per i servizi finanziari, sulle sanzioni alla Russia, nata con l’obiettivo di adottare le azioni necessarie a individuare, congelare e, se ci sono le condizioni, confiscare i beni dei soggetti e delle imprese sotto sanzioni.
Si colloca quindi come uno dei Paesi più attivi nel colpire la cerchia di fedelissimi del Cremlino. Altre procedure secondo quanto risulta sono in fase di avvio al Comitato di sicurezza finanziaria istituito presso il Mef e di cui fanno parte, tra gli altri Bankitalia, Consob, Ivass, Uif, Guardia di Finanza, Carabinieri, Direzione nazionale antimafia, Farnesina, Imprese, Viminale, Dogane.
Intanto è partita la riorganizzazione dei uno dei tasselli della strategia italiana nell’attuazione delle sanzioni. Cambia infatti la struttura dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, in linea anche con quanto richiesto dal nuovo pacchetto europeo in tema di anti-riciclaggio.
Salgono quindi da due a tre i servizi dell’Uif e da dieci a 13 le divisioni, tra cui la nuova divisione innovazione tecnologica e supporto informatico. Si smezza, di contro, il lavoro delle Cooperazione internazionale.
Una struttura si occuperà della collaborazione con le altre Uif europee, un’altra dei rapporti con gli organismi internazionali e comunitari, compresa la nuova autorità Ue antiriciclaggio che l’Italia si è candidata a ospitare in una città tra Roma, Torino e Venezia. Sarà infine prevista una nuova divisione per adeguare l’impegno dell’Uif rispetto all’aumento delle segnalazioni di operazioni sospette.