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Le banche perderanno il 60 per cento dei profitti per colpa del Covid19. E saranno costrette a tagliare (ancora)

“La pandemia potrebbe bruciare il 20% dei ricavi delle banche e fino al 60% dei profitti medi, in Europa come in Italia. Un falò di proporzioni tali che, se le banche europee vorranno mantenere intatto il rapporto tra costi e ricavi, dovranno varare la più profonda revisione dei costi mai vista, qualcosa nell’ordine dei 35-40 miliardi di euro: significa moltiplicare per due gli sforzi fatti dalla crisi Lehman ad oggi”.

Lo scrive il Sole 24 Ore pubblicando uno studio dettagliato sul tema.

“Sono effetti a dir poco devastanti quelli che il Covid-19 rischia di generare sulle banche commerciali del Vecchio continente. A fare una stima è Kearney, società di consulenza che anche quest’anno pubblica il Retail Banking Radar, in cui si analizzano i bilanci di 92 banche commerciali sparse in 22 Paesi europei. Lo studio – che per l’Italia vede coinvolte Intesa Sanpaolo, UniCredit, Ubi e Banco Bpm – approfondisce gli effetti del mix esplosivo che vede da una parte il rallentamento dell’attività economica e il calo dei consumi, dall’altra il perdurante scenario di tassi negativi, che a sua volta impatta sui margini e sulle fees da risparmio gestito”.

Da qui arriva la previsione che i ricavi in Europa come in Italia scenderanno in media del 20% rispetto al 2019.

«Si tratta di uno scenario base – spiega Roberto Freddi, principal di Kearney e tra i curatori dello studio -, che poggia sulle stime di un calo del Pil europeo del 7% circa e un parziale recupero verso fine anno».

Non è escluso peraltro che «in alcuni Paesi e in alcune situazioni più critiche, i cali possano arrivare anche al 35-40%, a seconda del mix di ricavi della singola banca».

La partita vera per le banche italiane si giocherà, come si è iniziato a vedere già con le prime trimestrali, sul campo degli accantonamenti. Perché maggiori saranno le coperture fatte in vista delle future perdite su crediti, più risicati saranno i profitti. Possibile che il grosso delle perdite emergano con il tempo, magari a valle delle moratorie concesse dal Governo.

“Ma anche senza un eccesso di prudenza, gli effetti del Covid-19 sull’ultima riga di bilancio si prospettano comunque pesantissimi. Gli analisti stimano che il 12% delle banche europee – una su otto – chiuderà l’anno in perdita, a fronte di una profittabilità per cliente attesa in contrazione del 60% rispetto all’anno precedente” prosegue il Sole nel suo articolo a firma di Luca Davi.

“Come si potrà reagire di fronte a uno scenario simile?” si chiede Davi.

“Per i consulenti non c’è altra strada che intervenire sui costi, visto che gli spazi per spingere sui ricavi sono limitati. E così, ipotizzando che le banche europee vogliano mantenere un rapporto tra costi e ricavi del 62%, come registrato lo scorso anno, in tutta Europa nei prossimi anni le banche dovranno ridurre i loro costi di 35–45 miliardi di euro, il 10-15% circa sulla base costi attuale. Tradotto: significa generare risparmi di 40 euro per cliente su una base costo attuale di 305 euro. Per capire lo sforzo che attende il settore, basti pensare che all’apice della crisi finanziaria globale le banche sono riuscite a ridurre il costo in media di 20 euro per cliente. Domani, di fatto, dovranno raddoppiare gli sforzi fatti fino ad oggi. Sforzi che, va detto, sono stati impressionanti: negli ultimi dieci anni, circa 75mila filiali hanno chiuso in tutta Europa, praticamente una su tre, mentre 600mila dipendenti circa sono usciti dagli organici, il 22% dell’occupazione totale nel settore bancario” conclude Davi.

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