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[L’analisi] L’emergenza normalità dell’Italia esausta. Mentre il Quirinale è al buio

Ci sono due Italie in questo fine gennaio 2022.

C’è il Paese sfiancato da due anni di Covid, con le città deserte tra paura, rassegnazione e crisi economica.

“I negozi con le saracinesche abbassate ormai dipingono di grigio il panorama urbano, trasmettono quel senso di svuotamento della nostra vita quotidiana che si è impadronito di noi. Le città si vanno spegnendo, anche senza lockdown. Psicologicamente si sta facendo strada un sentimento di rinuncia alla vita collettiva, alla condivisione del tempo e delle esperienze, una propensione a definire lo spazio imposto, la casa, come l’ambito in cui tutto si consuma: il lavoro, l’intrattenimento, la formazione” scrive Walter Veltroni nel suo editoriale sul Corriere.

Emergenza giovani 

“Misureremo sulla lunga distanza gli effetti di questa dimensione aliena del vivere sui ragazzi e sugli adolescenti. Perdere le prime esperienze di socialità, dalla scuola all’amore, è una ferita la cui portata i genitori e gli insegnanti misurano ogni giorno. I ragazzi che hanno scelto di ripararsi nella dimensione dell’hikikomori, la separazione dal vivere sociale nel bozzolo della propria casa, stano crescendo a dismisura”.

“Stime parziali parlano di centomila persone ormai sparite dal vivere comunitario. Si moltiplicano tra gli adolescenti i disturbi del sonno, dell’alimentazione, del comportamento fino al limite dell’autolesionismo. Lo riporta drammaticamente una ricerca dell’Università Cattolica di Milano: «11 40,7% degli adolescenti intervistati ha difficoltà a dare un senso a ciò che prova, i134% afferma di non essere in grado di controllare il proprio comportamento quando è turbato, il 50% si arrabbia con sé stesso, il 69,3% degli adolescenti afferma che il Covid è diventato parte della propria identità, il 34,7% dice di fare fatica ad addormentarsi». 

Emergenza normalità 

“Le città spente, i negozi chiusi, l’angoscia del lavoro, il turbamento dei giovani. Ora tutti insieme, con lo stesso coraggio con cul si sono imposte le necessarie restrizioni, dovremo affrontare la priorità del ritorno alla normalità. Altri Paesi stanno sperimentando vie che consentano di mettere la testa fuori dal tunnel. Studiamole e applichiamole. Anche rimuovendo qualche prescrizione di troppo, o contraddittoria con altre, e qualche farraginosità. Dobbiamo estendere le vaccinazioni, rivelatesi decisive, sostenere la scelta delle cure e rafforzare la struttura sanitaria diffusa. Ma dobbiamo accelerare verso la normalità. Verso il ritorno a una vita vivibile. Deve essere questo l’obiettivo di un Paese unito. Ogni misura che verrà assunta di qui in avanti deve essere decisa tenendo conto di questo essenziale parametro. Anche questa è un’emergenza. Dovremo convivere con questo virus. Abituiamoci a farlo. Seguendo le regole, ma senza rinunciare a vivere” chiosa Veltroni.

L’Italia paralizzata dal Palazzo 

E poi c’è il Palazzo, oltre mille Grandi Elettori chiamati a scegliere il nuovo Presidente della Repubblica. Il successore di Sergio Mattarella.

Ma quello che dovrebbe essere un passaggio istituzionale senza scossoni mosso da un alto senso di responsabilità, rischia invece di rivelarsi in un’impasse che può bloccare il Paese.

“Il covid e il governo di larghe intese nell’ultimo anno avevano nascosto l’affanno che toglie il fiato al sistema politico del nostro Paese. Le ultime 48 ore vissute pericolosamente alla vigilia dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica hanno invece sollevato il velo. E le difficoltà dei partiti sono emerse con tutte le loro contraddizioni. Oggi, dunque, come se negli ultimi sei mesi non si fosse mai parlato del successore di Sergio Mattarella, il Parlamento si ritrova a votare a scrutinio segreto senza una bussola. Non si tratta solo di uno stallo ma, per il momento, anche di un’assenza di prospettiva. Che sta provocando allarme e agitazione e non solo in Italia ma anche in Europa e sui mercati finanziari” scrive Claudio Tito sul quotidiano La Repubblica.

Voto al buio per il Quirinale

“Perché un’Italia paralizzata per troppo tempo sotto il precario tabernacolo di un accordo sul Colle, preoccupa tutti. L’idea che il Paese resti impantanato nella palude è in un incubo che turba i sonni a Roma, a Bruxelles e nelle principali piazze finanziarie. Resta il fatto che oggi alle 15 le forze politiche si ritroveranno a Montecitorio a fari spenti. In attesa di un clic che accenda una luce”.

Il grande rischio

“Scheda bianca. Sarà questa la scelta dei partiti per oggi e forse fino a mercoledì” scrive Marcello Sorgi su La Stampa.

“Ma ciò su cui i leader impegnati nelle trattative non riflettono è che un’elezione di parte, come avviene normalmente dal quarto scrutinio in poi e com’è successo quasi sempre nella Prima e nella Seconda Repubblica, stavolta verrebbe a rompere la maggioranza di unità nazionale che sostiene il governo Draghi”.

“Il quale faticherebbe a continuare il suo lavoro, dopo una frattura del genere e dopo una battaglia politica conclusa con vincitori e vinti. Del resto era esattamente questo il monito che il premier aveva lanciato nella sua conferenza stampa di Natale”. 

“Vedere concretamente realizzarsi il suo timore, senza alcuna consapevolezza delle conseguenze politiche che potrebbe determinare, e senza neppure ottenere il risultato del cosiddetto “ritorno della politica”, è un segno di incoscienza che speriamo nei prossimi giorni possa essere cancellato” conclude Sorgi.

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