Sono 20 mila i minori stranieri non accompagnati in Italia: soprattutto ragazzi adolescenti.
Almeno 12 al giorno, in tutta Europa, scappano dai centri e scompaiono.
Nei primi mesi del 2023 il numero di minori stranieri senza adulti arrivati nel nostro paese è quasi triplicato: circa 2 mila, a fronte dei 737 dello stesso periodo dello scorso anno.
“La situazione dei minori migranti in Europa è una delle questioni più urgenti e nel contempo più sottovalutate nell’agenda politica italiana ed europea”, scrive Marco Omizzolo, sociologo e ricercatore Eurispes, nell’introduzione di “Perdersi in Europa. Senza famiglia”, il nuovo saggio di Altreconomia scritto da Cecilia Ferrara e Angela Gennaro che raccoglie le storie di minori migranti in Italia e in Europa e le sfide del sistema di accoglienza e che sarà presentato oggi al Senato da Nicola Dell’Arciprete (coordinatore della risposta migranti dell’Ufficio Unicef per l’Europa e l’Asia) Raffaella Milano (direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the children) e la senatrice Sandra Zampa.
“‘Un giorno i nostri figli e i nostri nipoti verranno a chiederci: dove eravate?'” avverte Duccio Facchini, direttore di Altreconomia, nella prefazione del libro.
“Ma il tempo verbale è sicuramente sbagliato: i figli e i nipoti non ce lo chiederanno domani ma ce lo hanno già chiesto e ce lo chiedono tutti i giorni, guardandoci con gli occhi e nei panni dei “minori” raccontati in questo libro”.
Il libro prova a scattare una fotografia di numeri e politiche delle istituzioni, mentre il racconto si snoda tra reportage dal Mediterraneo centrale e dai confini tra Italia e Francia, il caso della Bosnia e della Grecia, il contrabbando di minori dal Kosovo, l’inchiesta sui bambini vietnamiti trafficati, gli orfani ucraini contesi e la situazione nelle maggiori città italiane con testimonianze sul campo.
Il Paese che negli ultimi due anni è più rappresentato tra i minori stranieri non accompagnati è l’Ucraina: un quarto di loro proviene da qui.
Tra le prime nazionalità di provenienza ci sono anche Egitto e Tunisia, Paesi – ricordano le giornaliste nel libro – ritenuti a medio reddito ma dove la democrazia è precaria e la popolazione sottoposta a pressioni economiche, tra inflazione e disoccupazione giovanile.
Dal 2018 i minori provengono anche da Mali, Costa d’Avorio, Senegal, Marocco, Guinea, Afghanistan e Kosovo.
“Un Sud del mondo che non offre loro più nulla e che li fa partire verso l’Europa”.
Nel testo i numeri diventano le storie, i viaggi ma soprattutto l’arrivo di questi ragazzi e ragazze.
Molto è il dolore, ma non manca tra queste pagine la speranza.
Ci sono le difficoltà del sistema e l’analisi degli effetti psicologici, ma anche il lieto fine e la “resistenza” di chi crede nell’accoglienza e nella tutela dei diritti di chi è più giovane e solo da questa parte del mondo.
“Non è una questione di bontà o buonismo, ma di etica”, dice Chiara Lugarini, tutrice MSNA a Milano.
E ancora i numeri, che non smettono di fotografare la realtà: come quelli dell’Unicef che stima che 289 bambini sono morti o scomparsi nel solo 2023 cercando di attraversare la rotta migratoria tra le più pericolose al mondo, quella del Mediterraneo centrale: 11 ogni settimana, quasi 2 al giorno.