Il trasporto pubblico in Italia rimane in difficoltà perché, nonostante i timidi segnali di ripresa (+1,2% nel 2023), non riesce a recuperare le quote pre-pandemia (-2,2%).
E, all’orizzonte, il calo demografico previsto da Istat produrrà una riduzione del 2% degli spostamenti al 2034 e del 7% al 2044, anche se nelle previsioni più pessimistiche il calo si amplia rispettivamente al -3% e -9%.
È quanto emerge dal 21/esimo Rapporto sulla mobilità degli italiani ‘Audimob’, realizzato dall’Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti (Isfort), con il supporto scientifico delle associazioni del Tpl, Agens e Asstra, presentato oggi al Cnel.
Gli impatti maggiori degli spostamenti si ripercuoteranno sulla fascia di età 14-19 anni, -15% al 2034 e -28% al 2044.
Anche quelli dei lavoratori subiranno una contrazione del 6% al 2034 e del 14% al 2044.
Alle condizioni attuali, nel mercato della mobilità, questi dati colpiranno di più gli spostamenti con i mezzi pubblici, effettuati dagli studenti in misura doppia rispetto agli altri mezzi di trasporto.
Solo il trasporto ferroviario segna trend di crescita positivi: Alta Velocità e Intercity segnano rispettivamente una crescita, tra il 2019 e il 2023, di +2% e +10% di passeggeri.
E nel primo semestre del 2024, rispetto al primo del 2019, rispettivamente sono aumentati di un +7% e un +5%.
I numeri del tpl ferroviario sono invece un po’ meno positivi, visto che nel 2023 ha registrato un -13% di passeggeri rispetto al 2019, ma tra il primo semestre 2019 e lo stesso periodo del 2024 segna un +18%.