Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

[Il ritratto] Chi è Giorgio Parisi, il genio premio Nobel che studia il caos

Giorgio Parisi vince il premio Nobel per  la Fisica 2021 assieme a Syukuro Manabe e Klaus Hasselmann “per  i loro studi sui fenomeni caotici e apparentemente casuali”.

Un  premio conferitogli per i suoi contributi rivoluzionari alla  teoria dei materiali disordinati, dei processi casuali “per la  scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei  sistemi fisici da scala atomica a scala planetaria”.

Professore  emerito di Sapienza Universita’ degli Studi di Roma, presidente  dell’Accademia Nazionale dei Lincei dal 2018 al 2021, Giorgio  Parisi e’ un simbolo della Fisica in Italia ed un vero portavoce  della Scienza nel mondo.

Nato a Roma nel 1948, Parisi si e’  laureato in Fisica all’Universita’ La Sapienza di Roma nel 1970,  sotto la guida del professore Nicola Cabibbo, con una tesi  riguardante il bosone di Higgs.

La sua incredibile carriera da  ricercatore e’ iniziata al Consiglio Nazionale delle Ricerche  (CNR) per poi proseguire presso i Laboratori Nazionali di  Frascati dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). 

Forte anche il suo contributo fuori dall’Italia con  collaborazioni presso la Columbia University, l’Institut des  Hautes E’tudes Scientifiques e l’Ecole Normale Superieure de  Paris.

Le sue attivita’ di ricerca sono state in particolare nel  campo della fisica statistica, della teoria dei campi, della  fisica delle particelle, della meccanica statistica e della  materia condensata.

La lista dei successi, dei risultati e dei  premi durante la sua carriera e’ davvero lunga, tra cui la  Medaglia Boltzmann nel 1992, la Medaglia Dirac nel 1999, il  premio Galileo nel 2006, la Medaglia Max Planck nel 2010, il  Premio Wolf per la Fisica nel 2021 ed oggi il Premio Nobel per  la Fisica.

Nel corso della sua carriera e’ stato anche  Presidente dell’Accademia dei Lincei e non ha mai perso  l’occasione per far valere il suo prestigio scientifico a favore  della ricerca e in particolare della ricerca di base e per  favorire il dialogo tra scienza e societa’.

Numerose sono state  le iniziative politiche in questo senso: editoriali, ricerche, e  da ultimo durante l’emergenza Covid anche diversi interventi  tesi a favorire un corretto utilizzo dei dati della pandemia.

Con il Premio Nobel per la Fisica di oggi  a Giorgio Parisi e’ la sesta volta in cui alla ricerca italiana  viene conferita la piu’ alta onorificenza per la Fisica.

Ed e’  anche la terza volta che un fisico, di quella che ormai e’  universalmente nota come “la scuola Romana”, viene insignito di  questo prestigioso riconoscimento. Quello assegnato a Giorgio  Parisi, allievo di Nicola Cabibbo che il premio Nobel se lo vide  letteralemente scippare, e’ il terzo Nobel made in Roma.

Non a  caso oggi gli studenti della facolta’ di fisica hanno esposto lo  striscione “It’s Coming Rome” per celebrare il loro professore. 

La storia della scuola romana ha le sue radici proprio agli  inizi degli anni ’30 nei locali di via Panisperna al quartiere  Monti a Roma, proprio nei pressi del Palazzo del Viminale. I  locali di quella storica sede sono stati restaurati e ora sono  la sede del Centro Ricerche Enrico Fermi (Cref)  che ospita  anche un bellissimo museo dedicato al grande scienziato  italiano.

E’ in questa sede infatti che Enrico Fermi raccolse  intorno alle sue attivita’ di ricerca un consistente gruppo di  ricercatori e collaboratori che, nel corso delle loro attivita’  segnarono lo sviluppo della fisica mondiale.

Sono proprio il  fisico italiano Fermi ed il suo team, soprannominato i “ragazzi  di via Panisperna”, che nel 1934 utilizzarono neutroni per  bombardare atomi di uranio e innescarono, il 22 ottobre 1934, la  prima fissione nucleare artificiale di un atomo di uranio. 

Tra quei ragazzi nomi destinati a entrare  nella storia della fisica: Edoardo Amaldi, Franco Rasetti,  Emilio Segre’, Bruno Pontecorvo, Oscar D’Agostino ed Ettore  Majorana. 

Durante gli anni delle leggi razziali e con lo  scoppio della guerra il gruppo si disperse, ma proprio a Roma un  gruppo di ricercatori composto da Marcello Conversi e Oreste  Piccioni a cui poi si aggiunse anche Ettore Pancini, riusci’,  anche sotto i bombardamenti e durante l’occupazione nazista a  compiere esperimenti chiave nella misurazione dei raggi cosmici. 

Si tratto’ di studi fondamentali che gettarono le basi per la  fisica delle alte energie e chiarirono il ruolo del muone.  Questi esperimenti ebbero una rilevanza tale da essere stati  citati almeno 5 volte nelle motivazioni di altrettanti Premi  Nobel per Fisica.

Il Secondo Premio Nobel della scuola romana  arriva solo alla fine degli anni ’50. Nel 1959 a vincerlo fu  proprio uno dei “ragazzi di Via Panisperna”, Emilio Gino Segre’  che lo vinse insieme allo statunitense Owen Chamberlain “per la  scoperta dell’antiprotone”.

La scuola romana si trova di nuovo  vicinissima al Nobel nel 2008. Stavolta e’ la storia di un vero  e proprio premio mancato. E’ quello che non venne assegnato a  una delle colonne della scuola romana di fisica del dopoguerra,  Nicola Cabibbo.

Quell’anno infatti l’Accademia delle Scienze di  Scienze di Stoccolma prese la bizzarra decisione di conferire il  premio a Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa, ricercatori  giapponesi il cui merito era quello di aver sviluppato le idee  di Cabibbo, lasciando pero’ fuori dall’onorificenza il  professore romano.

Con il Premio Nobel di oggi assegnato a  Giorgio Parisi, allievo diretto di Nicola Cabibbo, il cerchio si  chiude.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.