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Il ministro Franco: «Abbiamo fermato la grande truffa sui bonus edilizia»

Intorno al Superbonus e agli altri bonus edilizi è stata organizzata “una tra le più grandi truffe che la Repubblica abbia mai visto”. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, non usa mezzi termini per definire gli illeciti emersi dai controlli dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, tornando a snocciolare i dati emersi in questi giorni e invitando tutti a leggerli: frodi per 4,4 miliardi e sequestri per 2,3 miliardi di euro.

Cifre monstre che basterebbero, per intendersi, a coprire ad esempio un nuovo decreto bollette. Sono così in arrivo correttivi, una limitazione meno stretta delle cessioni accompagnate da un possibile tracciamento. 

Norma da correggere 

In ogni caso il governo è pronto ad intervenire e lo farà insieme al parlamento. Correggerà quello che i partiti non hanno accettato – la limitazione della cessione del credito ad una sola e unica operazione – ma non lo farà con la fretta che alcuni esponenti della maggioranza (e dello stesso esecutivo) avevano richiesto. Non per decreto immediato dunque, ma – come annunciato proprio dal presidente del Consiglio – per emendamento, seguendo il normale iter parlamentare del decreto Sostegni-ter, dove la stretta è stata inserita. Perché si torni alla cessione plurima bisognerà quindi aspettare ancora almeno un mese e mezzo, almeno fino a quando cioè Camera e Senato non avranno approvato la legge di conversione in via definitiva. 

Ipotesi di intervento

Le ipotesi di intervento sono essenzialmente due. Franco le ha definite “affinamenti”: la prima potrebbe essere il “tracciamento” di ogni attività, attribuendo un codice ad ogni operazione, la seconda potrebbe invece consistere nel ritorno alla cessione plurima, ma al massimo a 2 o 3, e all’interno del sistema bancario. Nel frattempo i problemi denunciati finora dalle imprese, dalle banche e da gran parte del mondo politico, ovvero il ‘blocco’ delle attività, rischiano però di non risolversi. Il governo auspica che tutti gli operatori tornino ad accettare i crediti che hanno sospeso momentaneamente il funzionamento dei canali di cessione, ha fatto capire che – una volta approvate le modifiche legislative – riprenderanno la normale attività. Forse questo avverrà senza attendere la conversione in legge delle modifiche al decreto, ma già quando la norma sarà stata approvata al Senato. 

La lettura diffusa in questi giorni da parte della politica e del mondo delle imprese non è piaciuta però al premier Mario Draghi che, ribadendo la volontà di far funzionare l’agevolazione al meglio, ha voluto anche difendere le scelte del governo ed aggiungere qualche puntuta precisazione. E lo ha fatto in conferenza stampa.

“L’edilizia ha dato un contributo pari all’1% al totale della crescita che è stato del 6,5%, ma non è che l’edilizia senza superbonus non funziona. L’edilizia funziona e si è giovata sicuramente di questo, ma non bisogna pensare che senza superbonus l’edilizia italiana non vada avanti, altrimenti tutti i Paesi che non hanno il superbonus starebbero a zero con l’edilizia, ma non è così”. 

Legge scritta male

“Questo giusto per dare un quadro del complesso in cui questa misura è si inquadra. Per inciso, alcuni di quelli che più tuonano oggi su superbonus – prosegue Draghi -sulla necessità che queste frodi non contano, che bisogna andare avanti lo stesso, che l’industria non può aspettare…. alcuni di loro sono quelli che hanno scritto questa legge, dove è stato possibile fare quello che si è fatto senza controlli”.

Sistema senza controlli

“Allora se ci troviamo in questa situazione qui è per il fatto che si è voluto costruire un sistema che prevedeva pochissimi controlli. Questo è il punto. Adesso il funzionamento del superbonus ha rallentato moltissimo e si è anche fermato non tanto per questi ostacoli, questo divieto di cessione, ma per i sequestri deliberati dalla magistratura a fronte di situazioni fraudolente che hanno raggiunto importi di 2,3 miliardi di sequestri. Naturalmente le somme oggetto di indagine della magistratura sono molto più alte di 2,3 miliardi”. 

Superbonus moneta fuori controllo

“Nell’affrontare questo tema – spiega il ministro Franco – partirei dalle audizioni svolte ieri dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate in Parlamento sul tema delle frodi, che vi invito tutti a leggere. Il punto, come ricordava il Presidente, nasce dal fatto che – parliamo del problema della cessione dei bonus edilizi – la possibilità di cedere i crediti fiscali relativi ai vari bonus edilizi è diventata nel 2020 pressoché illimitata: senza limiti nel numero dei passaggi, estesa a tutte le tipologie di lavori edilizi e senza presidi di garanzia, quali potevano essere i visti di conformità o le asseverazioni.

Questa situazione di fatto ha trasformato questi crediti di imposta in una sorta di moneta fiscale. Si è creato un mercato dei crediti fiscali non regolamentato nel quale il collegamento con i lavori edilizi su cui questi crediti nascevano è diventato via via più labile e in alcuni casi è stato del tutto assente. Al 31 dicembre scorso, le cessioni di credito relative ai bonus edilizi comunicati all’Agenzia delle Entrate erano 4,8 milioni, per un controvalore di circa 38 miliardi di euro”. 

4 miliardi sospetti 

“Il quadro, fin quando non abbiamo cominciato intervenire nel novembre scorso, era caratterizzato da una mancanza di strumenti di verifica; mancanza che ha fatto sì che questa “moneta fiscale” potesse non solo circolare molto facilmente, ma potesse anche essere falsificata. Quello di cui stiamo parlando sono false certificazioni fiscali nate in questo processo. Le cessioni di bonus edilizi intercettate dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza come sospette ammontano a oltre 4 miliardi; di questi, 2,3 miliardi sono già stati oggetto di sequestro, come ricordava il Presidente.

Una quota significativa di questi 2,3 miliardi è già stata incassata: parliamo probabilmente di una cifra attorno a un miliardo e mezzo. Abbiamo indagini in corso delle Procure di Roma, Napoli, Rimini, Treviso, Foggia, Perugia e Brescia. Queste sono quelle i cui lavori sono già più avanti, hanno già portato a dei seguenti, ma probabilmente altre seguiranno. Vi invito a leggere le due audizioni che citavo prima per vedere i dettagli delle operazioni che sono state messe in luce. Il Governo è intervenuto da novembre cercando di riportare a normalità questo contesto”. 

Le nuove regole

“I primi di novembre abbiamo introdotto il visto di conformità e la asseverazione della congruità dei prezzi anche per i bonus diversi dal 110%. Questo è un passo importante perché se vi guardate i dati su questi bonus ‘finti’, ‘falsificati’, riguardano relativamente poco il 110% dove c’è la asseverazione. Riguardano soprattutto gli altri bonus. Dopodiché, a novembre abbiamo dato all’Agenzia delle Entrate dei poteri di controllo ex ante: l’Agenzia ha 5 giorni per verificare la “bontà” della segnalazione che riceve.

Con il decreto n. 4 di quest’anno siamo intervenuti sul numero delle cessioni, perché la cosa che è emersa anche delle indagini è che il susseguirsi di cessioni, in cui i crediti fiscali vengono impacchettati/spacchettati, fa sì che col passare delle cessioni si perde qualsiasi possibilità di ricostruire sul momento la situazione.

Quindi siamo intervenuti limitando il numero delle cessioni. Qui dire che i problemi che adesso si manifestano nella gestione di questo dipendono dai controlli, non credo. Non dipendono dai controlli. Dipendono – come diceva prima il Presidente – da una massiccia azione della Magistratura penale che interviene su un contesto che prima era poco regolato. Molte Procure, come diceva sono intervenute e stanno avviando procedure nei confronti di società e persone fisiche per ipotesi di reato connesso al fraudolento utilizzo di bonus; di base saranno crediti inesistenti”. 

Il mercato riparte 

“Le Procure hanno sottoposto a sequestro questi crediti per una cifra, come dicevo prima, superiore a 2 miliardi. Ovviamente questi crediti sono dei corpi del reato, questo fa sì che l’intermediario che li detiene – come dire – non possa farne niente nell’immediato. È importante ovviamente che adesso si riprende l’attività, che tutti gli intermediari tornino ad accettare le richieste e che il mercato riparta; riparta in modo più sicuro di prima, però. Gli interventi che abbiamo introdotto – l’asseverazione, il controllo ex ante dell’Agenzia delle Entrate, i limiti al numero delle cessioni – vanno tutti nella direzione di assicurare la sicurezza per tutti gli operatori. Quindi massima priorità a far funzionare questo meccanismo, ma deve funzionare in condizioni di certezza. Credo che queste condizioni di certezza aiuteranno tutto il sistema a funzionare meglio”. 

Evitare nuove truffe 

“Si possono pensare ulteriori affinamenti? Stiamo pensando a tracciare meglio le singole operazioni attribuendo un codice ad ogni operazione; potremmo, all’interno del sistema bancario, avere una più ampia possibilità – magari non solo una cessione, ma ho due o tre cessioni. Però, tutto questo ovviamente si può fare, ma resta fondamentale evitare ulteriori truffe, che sono tra le più grandi che questa Repubblica abbia mai visto”.

L’auspicio 

“Concludo questa discussione – chiosa il premier Draghi – con un tono positivo: il Governo vuole che il meccanismo funzioni. Vuole che il meccanismo funzioni e quindi i vari correttivi a cui ha accennato il Ministro dovrebbero trovare posto in un emendamento su cui sta lavorando il Ministero dell’Economia insieme al Parlamento”. 

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