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Giorgio Locatelli (Masterchef): «Riaprire i locali la sera per mangiare fuori e allo stesso tempo mantenere il coprifuoco alle 22 è un grave errore. Rischio assembramenti»

“Sono contentissimo per l’Italia, sicuramente se riaprono avranno fatto i loro calcoli. Ora, se i numeri sono buoni e si procede più velocemente con le vaccinazioni, si deve lasciare che la gente che si avvicenda nel locale abbia modo di mangiare con calma ed estendere l’orario di apertura serale, che non ha veramente alcun senso”.

Lo afferma lo chef Giorgio Locatelli, star di Masterchef, che da Londra -dove hanno da lunedì hanno riaperto ristoranti e negozi- commenta l’annuncio delle riaperture dei ristoranti da parte del governo Draghi.

“Certo, ora bisogna vedere come è la situazione delle vaccinazioni, perché con i vaccini so che in Italia si procede con grossi problemi -spiega lo chef- ma ormai si è capito che i ristoranti non erano alla base del problema”.

E sul coprifuoco delle 22, incalza: “Se le persone vengono controllate e la gente si comporta secondo le regole, restringere orari di apertura è un errore enorme, grave. Gli orari dovrebbero essere estesi al massimo, per avere meno assembramenti e permettere al ristoratore di poter gestire meglio il flusso delle persone”.  

E spiega com’è la situazione in Inghilterra: “Da noi il coprifuoco c’è stato solo nel primissimo periodo. Poi i commenti dei ristoratori, e quelli della gente, hanno fatto sì che ci si rendesse conto che era un errore, perché così si creava più assembramento. Invece, avendo più tempo, sapendo che hai tutta la serata, puoi gestire meglio la clientela, chiedere al cliente di venire mezz’ora prima, o dopo. Ma se si restringono i tempi è normale che cercherai, per ottimizzare, di fare il massimo in quel tempo ristretto creando più affollamento”.

La star di Masterchef chiude con ottimismo: “Qui si respira un clima bellissimo, si comincia davvero a crederci. La gente ha voglia di uscire, di fare, di vedere gli altri. Perché sai, quando ti siedi a mangiare, non c’è solo il mangiare. C’è tutto un mondo, di relazioni, di contatto, un mondo che deve riprendere”

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