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Ezio Mauro (Repubblica): «Per la ripresa serve il lavoro, ecco perché va tutelato come la salute»

La difesa del lavoro deve essere prioritaria nella visione del Paese durante e dopo la pandemia. Lo scrive Ezio Mauro su Repubblica.

«Stiamo smarrendo un’interpretazione condivisa della crisi in cui siamo immersi. Dopo un anno il logoramento umano, economico e sociale operato dalla pandemia non innesca una capacità di ricomposizione unitaria del fenomeno, ma lascia via libera alle letture parziali, alle valutazioni contrapposte, alle strumentalizzazioni interessate».

«Nemmeno una sfida tra la vita e la morte – sottolinea -riesce a sciogliere il Paese dai lacci antichi delle gilde e delle congregazioni. Proprio la natura di questa emergenza dovrebbe invece spingerci nella direzione contraria, ragionando su quegli effetti della pandemia che riescono ad attraversare la società tutta intera, aggredendola trasversalmente, senza distinzioni».

«E la crisi del lavoro è il primo di questi effetti, capace con la sua violenza di far saltare per aria le griglie corporative e le organizzazioni di interessi particolari. Le cifre raccolte dall’Istat pochi giorni fa rivelano le dimensioni del fenomeno, che ognuno di noi sperimenta nella quotidianità, ma che dopo un anno rappresentano oggi un primo saldo della pandemia».

«Nel lavoro si può formare, dopo la fine delle ideologie, la nuova e moderna classe di riferimento per una ripresa del Paese. Ecco perché – conclude – il lavoro va tutelato come la salute: dobbiamo uscirne vivi, ma sapendo che senza libertà materiale non c’è una vera libertà politica».

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