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Corrado Passera (Banchiere): «Servirà una Bad Bank Europea»

“Forse servirà anche una bad bank europea, ma abbiamo strumenti formidabili per evitare che ce ne sia bisogno. Se sapremo usare bene il bilancio pubblico e i fondi europei, la recessione potrà essere più breve e non così grave. L’ammontare dei nuovi crediti deteriorati, che sicuramente crescerà, dipenderà da come sapremo rilanciare le nostre economie, contenere e gestire i contagi e  anche dalla qualità delle regole di vigilanza bancaria. E comunque, fortunatamente, in questi anni si è creato un mercato ampio e competitivo per questo genere di crediti”. Il banchiere Corrado Passera lo spiega in un’intervista a ‘Il Foglio’.       

“E’ uno tsunami che può essere almeno in parte evitato se usciamo dalla logica dei bonus a pioggia per incentivare tutte le misure che creano un effetto leva sull’economia come gli investimenti in innovazione, Industria 4.0, le garanzie pubbliche sul credito alle pmi, i premi fiscali alle nuove assunzioni, l’apprendistato a tutte le età o le patrimonializzazioni come l’Ace -continua Passera-. Ma io dico: quando ci ricapita in Italia di poter spendere 300 miliardi di fondi europei oltre alla spesa pubblica? Stiamo parlando della possibilità di fare nel nostro paese una quantità di investimenti che è pari al 20 per cento del Pil. Ebbene, mi pare che si parli troppo   poco di come impiegare questi fondi mentre ci si perde in dettagli   tecnici e questioni di principio”.       

Sul Mes Passera spiega: “Non vedo perché bisognerebbe rinunciare a 36   miliardi per migliorare la nostra sanità che durante la pandemia ha   costretto i medici a scegliere chi curare negli ospedali. Possiamo avere prestiti europei finalizzati a tasso quasi zero e stiamo a discutere se conviene emettere ulteriore debito pubblico, comunque a tassi maggiori e su mercati finanziari che nessuno può prevedere come saranno nei prossimi mesi? Mi sembrano discussioni di bassa politica più che di buon senso. Sul mercato dovremmo comunque andarci, e in maniera massiccia, per coprire un deficit inevitabilmente crescente e investimenti che solo in parte saranno finanziabili con il Recovery fund. Vogliamo, per esempio, parlare di una scuola rimasta ancora al XIX secolo dove durante il lockdown si è creato un ulteriore drammatico divide tra studenti con buoni sistemi di distant learning e la maggioranza che ha quasi buttato un anno scolastico?”.

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