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Rocco Cangelosi (diplomatico): «Dopo la visita di Zelensky a Biden arriva una svolta nel conflitto»

«L’America non è più dietro le quinte». Gli Stati Uniti stanno rafforzando il loro ruolo di tutore dell’Ucraina, ma anche di interlocutore di Mosca. A parlarne è il diplomatico Rocco Cangelosi. «La mano di Biden posata sulla spalla di Zelensky quasi in segno di protezione manda un potente avvertimento a Putin e allo stesso tempo ricorda all’Ue e alla Nato chi è il Commander in chief nel conflitto ucraino. È indubbio che dopo la visita del Presidente ucraino a Washington, la prima all’estero dopo 300 giorni di guerra, il coinvolgimento degli Stati Uniti è molto più appariscente e determinante. Nei prossimi mesi sarà Washington a dettare i tempi e le modalità di svolgimento delle operazioni militari, nonché i termini e le condizioni per un eventuale negoziato».

«La portata diplomatica e politica della visita di Zelensky non è sfuggita a Putin il quale ha immediatamente reagito annunciando stanziamenti di bilancio senza limiti per l’esercito, la dotazione di nuovi armamenti anche nucleari a tutte le forze armate e l’aumento degli effettivi in campo. Ma c’è di più. D’ora in avanti la partita si gioca a carte scoperte. L’America non è più dietro le quinte, ma avendo steso il suo manto protettivo sull’Ucraina, ne diviene in qualche modo il tutore diretto e ogni interlocuzione negoziale dovrà passare attraverso i suoi canali», sostiene sulle pagine di InPiù.net.

«In definitiva, è quanto auspicava Putin che ha sempre ritenuto che gli accordi di pace e per la sicurezza in Europa si fanno con gli Stati Uniti, e al limite con il concorso della Cina come ha voluto dimostrare la visita lampo di Medved a Pechino. Biden ha parlato di “pace giusta” per l’Ucraina. Un termine carico di ambiguità che dovrà essere declinato in tutti i suoi aspetti e le sue implicazioni per sapere a chi spetti definire “giusto” un eventuale accordo e su quali basi si potrà costruire un nuovo assetto per la pace e la stabilità in Europa. Difficile dire se il maggiore coinvolgimento statunitense potrà essere un catalizzatore per avviare un processo di pace, ma è indubbio che le sorti non solo dell’Ucraina ma dell’Europa intera, dipenderanno da come si svilupperà il confronto tra Washington e Mosca».

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