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Antonio Polito (Corriere): «Adesso è il popolo che vuole farsi governare dall’élite. E vi spiego perché»

«Dopo anni passati a cercare un “popolo” mitico e indistinto su cui fondare effimere fortune elettorali, ora è il popolo che cerca una élite per farsi guidare fuori dal guaio in cui siamo». Antonio Polito firma l’editoriale odierno del Corriere della Sera in cui riflette sulle «capacità necessarie».

«Si spiega così – scrive – l’ampio favore con cui gli italiani hanno accolto l’incarico a Draghi e il suo tentativo di formare un governo. Il sostegno quasi unanime delle forze politiche ne è una conseguenza. Ci sarà del resto una ragione se in tutta la storia umana ogni società, anche la più semplice, ha conosciuto una qualche forma di stratificazione sociale. C’è sempre bisogno di un ceto di persone, dotate di speciali capacità, in grado di svolgere funzioni vitali: dai sacerdoti/ agronomi delle civiltà mesopotamiche, agli inventori di vaccini in quelle contemporanee».

«Ma le competenze, addestrate in lunghi e faticosi periodi di apprendimento, e le gerarchie di valori che inevitabilmente creano tra i membri della società, non bastano a formare una élite. Perché questa trasformazione avvenga c’è bisogno di qualcosa di più del sapere: serve la capacità di interpretare l’interesse generale, di mettere le proprie capacità al servizio della nazione, di unirla intorno a una meta. In fin dei conti la democrazia politica, con il suo sistema della rappresentanza, non è altro che la ricerca di un equilibrio tra il popolo e le élite».

«Sappiamo che Mario Draghi proviene da una tradizione di servizio all’interesse nazionale tra le più impeccabili e severe, quella della Banca d’Italia di Stringher, di Einaudi, di Ciampi. Però, nonostante questi quarti di nobiltà, neanche lui potrà sfuggire ai rischi che la situazione comporta. Il primo è il seguente: c’è ancora oggi, nel declino italiano, abbastanza élite di qualità per guidare uno sforzo di rinascita nazionale? Il secondo interrogativo è più indiscreto: sarà questa nuova classe dirigente, chiamata alla prova della pandemia dal fallimento della lotta dei galli politici, capace di “sporcarsi” le mani? Ogni governo è politico. E la politica democratica è sempre lotta e combattimento, anche senza ricorrere al brocardo di Rino Formica su “sangue e merda”. Lo è perfino quando ci si trova alle spalle il grande consenso popolare che oggi accoglie la speranza Draghi».

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