Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Vincenzo Amendola (Sottosegretario Affari Europei): «Il PNRR dovrà essere usato per rilanciare l’economia italiana nel rispetto dei tempi di spesa»

Non si tratta di una gara a chi arriva prima, ma a chi spende prima. Contiamo sugli anticipi del Next Generation Eu già da prima dell’estate, e poi il grosso delle somme in rimborsi semestrali. L’obiettivo, però, non sta nel fare solo politiche anti-recessione, ma nell’indirizzare la nostra economia su binari più competitivi“. Mentre il governo vara il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, il cosiddetto Pnrr, che va in discussione alle Camere tra martedì e mercoledì, e a  Bruxelles entro venerdì prossimo, il sottosegretario per gli affari Europei Vincenzo Amendola pensa già alla Fase due, la più importante:  spendere i soldi in arrivo, e spenderli per crescere. “E’ questo il senso del Next Generation“, spiega, intervistato su Class Cnbc.

Amendola, il Portogallo ha bruciato tutti sul tempo presentando il piano per primo, e il commissario Hahn ha detto che si comincia a  erogare in ordine di approvazione.

Bene per il Portogallo. Un gesto simbolico, visto che al momento ha la presidenza di turno dell’Unione. Ma ogni Paese anticipa le risorse e la Commissione poi le rimborsa. Quindi, anche se si arrivasse  dopo altri paesi, gli anticipi verranno rimborsati.

Non è preoccupato dei tempi, quindi?

Di questi no. La vera sfida sarà investire quei soldi in politiche europee che rilancino l’economia instradandola su nuove traiettorie, e  inizierà nel momento in cui i piani verranno approvati. Per quanto riguarda la presentazione dei piani, invece, ci troviamo in dirittura d’arrivo di un processo molto importante, che si concluderà il 30 aprile con l’invio a Bruxelles. Poi la Commissione ha otto settimane per le valutazioni, e un mese per l’esame Ecofin. Da quel momento partiranno i primi anticipi, pari al 13% del totale.

Poi bisognerà spenderli.

Abbiamo un’impostazione di lavoro che durerà da qui al 2026, con una programmazione degli investimenti definita nei tendenziali della Nadef e del Def. Per l’Italia parliamo di risorse per 205 miliardi, ma accanto a queste ci sono altri 100 miliardi nel bilancio europeo 2021-2027. Sono anche questi soldi importanti, che potranno alzare il livello di investimenti nel nostro Paese. Con crescita e investimenti riusciremo a recuperare i dati negativi dovuti alla Pandemia da Covid.

Per spenderli bene serve una buona governance, visto che l’Ue farà un monitoraggio. Come sarà gestita l’esecuzione?

Ogni Paese, ogni sei mesi, può richiedere il rimborso delle tranche di avanzamento delle risorse investite, quindi il lavoro sarà fatto su scadenze temporali molto ben definite. La Governance serve, e sarà indicata nella proposta che manderemo a Bruxelles ma, se devo essere onesto, il mio vero assillo non riguarda solo questo o la qualità del piano.

E cosa?

La burocrazia. Servono delle norme di semplificazione che permettano di rispettare una tempistica che è molto sostenuta dal punto di vista delle impegnative. Credo che su questo si debba costruire una corsia preferenziale, che acceleri l’utilizzo di queste risorse. Servirà anche per sperimentare linee di riforma della nostra Pubblica Amministrazione.

Di questo, quindi, è preoccupato.

Diciamo che questa volta non si scherza. Storicamente non abbiamo record invidiabili nell’assorbimento delle risorse europee, quelle ordinarie del bilancio intendo. Ma gli effetti della crisi sono talmente pesanti che tutte queste risorse vanno investite nel modo più celere.

Con quali priorità? Parliamo dei circa 40 miliardi che arriveranno per primi: sapete già dove spenderli?

E’ un lavoro che spetta al Mef nella metrica dell’utilizzo dei grant, i sussidi a fondo perduto, o i loan, i prestiti. Di questi ultimi ne avremo circa 122 miliardi a tassi molto vantaggiosi, e sarà il Ministero dell’Economia a utilizzare una metrica di spesa appropriata.

Draghi ha annunciato riforme profonde. E altrettanto ci chiede l’Ue. Lei ha parlato di Pubblica Amministrazione, ma in gioco c’è anche la Giustizia. A che punto siamo?

E’ vero che queste indicazioni sono contenute nelle Country-Specific Recommendations del 2019-2020, ma non le leggo come imposizioni. Sono delle necessità per il nostro Paese, e in questo periodo dobbiamo pianificare gli investimenti per agire in modo strutturale. La Pubblica Amministrazione e i tempi della Giustizia sono un problema per i cittadini e le imprese. Quindi non si tratta di modifiche che ci vengono imposte, ma di nostri bisogni. Ora, poi, abbiamo una larga maggioranza in Parlamento, e mai come adesso si può fare il salto di qualità.

 C’è qualche scricchiolio, nella compagine di governo…

Su questo voglio invitare alla coesione, per lavorare a riformare il Paese. Penso che sia l’unica posizione di buon senso di fronte all’emergenza sanitaria ed economica che stiamo vivendo. Credo che la sintesi e la coesione siano alla base di questa maggioranza e anche la forza di questo Governo, ma dobbiamo evitare di trasformare il dibattito che pochi mesi fa vedevamo tra maggioranza e opposizione, in un dibattito interno all’Esecutivo.

La ripresa non passa solo dal Recovery. A che punto siamo coi vaccini?

La Commissione sta negoziando un anticipo sulle forniture del secondo trimestre di vaccini Pfizer e sono state già stati individuati luoghi e industrie per l’aumento della produzione. Le norme che abbiamo approvato regolano meglio l’export europeo delle produzioni vaccinali, e ci garantiscono gli obiettivi dichiarati per l’inizio dell’estate, e tra giugno e luglio, ovvero vaccinare la maggioranza della popolazione.

Ora il Paese in parte riapre. Teme rischi?

Mi fido delle valutazioni effettuate con la cabina di regia. Si è deciso, in maniera ragionata, di assumerci questa responsabilità, ed è evidente che, nel corso del tempo, bisognerà continuare a monitorare i dati. Sono discorsi da fare numeri alla mano, senza innescare polemiche che allontanano i cittadini, già demoralizzati da quanto abbiamo vissuto  quest’ultimo anno. Bisogna salvaguardare la salute, senza deprimere l’economia.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.