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Veronica De Romanis (economista): «L’attivazione del Mes non comporterebbe un danno alla reputazione dell’Italia»

Su ‘La Stampa’ Veronica De Romanis (Docente di politica economica europea alla Luiss Guido Carli di Roma) smonta una delle principali obiezioni all’uso del Mes: l’esistenza del rischio “stigma”, cioè il fatto che il ricorso allo strumento segnalerebbe ai mercati che il paese si trova in brutte acque.

“Se fosse reale la preoccupazione che il Mes comporti un danno alla reputazione del Paese, dovrebbe esserci una maggiore attenzione ad altri segnali nella stessa direzione. Nel negoziato che ha portato alla creazione del Next Generation Eu Conte ha chiarito sin da subito che l’obiettivo del suo governo era quello di portare a casa un accordo che comportasse una parte significativamente alta di sussidi anziché di prestiti. Il messaggio che è passato all’estero è stato quello di un esecutivo inaffidabile come debitore perché incapace di investire al meglio le risorse ricevute.”

Nessun altro Stato, sottolinea l’economista, “ha impostato la propria strategia negoziale facendo leva su un simile elemento di debolezza. Peraltro, grazie a questi sussidi, l’Italia smette di essere contributore netto e per la prima volta diventa beneficiario. Il nostro paese lascia, quindi, il gruppo delle economie forti, composto da Germania, Francia e dai frugali per entrare a far parte del gruppo dei deboli come la Grecia, la Spagna e gli Stati dell’Est. A conti fatti, è davvero difficile capire la logica del governo che, da una parte rifiuta il Mes perché teme l’effetto stigma, e dall’altra rivendica con orgoglio l’adesione al gruppo delle economie europee meno performanti.”

L’attivazione del Mes, conclude De Romanis, “viene richiesta da chi lavora negli ospedali, nelle fabbriche, nelle scuole e da chi fa impresa. Aspettare le risorse del Recovery Fund – come ha dichiarato di voler fare Conte – non ha senso perché quelle sono risorse da destinare agli investimenti e non possono essere impiegate per la spesa corrente necessaria in fase di emergenza. I soldi del Mes andrebbero presi subito. O almeno si abbia il coraggio di dire che si sceglie di pagare più interessi indebitandosi sul mercato. Il costo, sostenuto da tutti, per non cambiare idea”.

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