L’Unione Europea svolge un ruolo cruciale nel promuovere lo sviluppo economico, sociale e infrastrutturale dei suoi Stati membri attraverso gli strumenti finanziari dei fondi europei.
Il ruolo dei fondi nel settore della cultura rappresenta uno degli ambiti più virtuosi e strategici dell’azione comunitaria.
La cultura, tradizionalmente considerata un settore di nicchia all’interno delle politiche europee, è oggi riconosciuta – grazie anche al contributo significativo della Convenzione di Faro del 2005 – per il suo contributo trasversale agli obiettivi di crescita sostenibile, innovazione e coesione sociale.
Negli ultimi anni la programmazione comunitaria dell’Ue ha subìto una trasformazione significativa, ponendo la cultura da una posizione ancillare a un ruolo centrale nelle strategie di sviluppo e coesione.
Questa evoluzione riflette una crescente consapevolezza dell’importanza della cultura non solo come elemento identitario e di arricchimento personale, ma anche come motore economico e strumento di inclusione sociale.
Le nuove metriche della programmazione comunitaria testimoniano questo cambiamento di paradigma, integrando la cultura in una vasta gamma di politiche e programmi europei.
Con uno stanziamento senza precedenti l’Unione Europea dimostra un impegno tangibile e concreto, mirato a consolidare il tessuto culturale del continente e a favorire la crescita economica e sociale attraverso la cultura.
Il programma Europa Creativa con il suo aumento di budget del 67% (da 1,46 miliardi di euro per il periodo 2014-2020 a oltre 2,44 miliardi di euro per il settennato 2021-2027) ne è un chiaro esempio.
Con i suoi due sottoprogrammi principali, “Cultura” e “Media”, vengono destinati rispettivamente circa 800 milioni di euro (il 33% del budget totale), per finanziare progetti che spaziano dalla mobilità degli artisti alla cooperazione culturale e circa 1,4 miliardi di euro (il 58% del budget totale) per rafforzare l’industria audiovisiva europea, sostenendo in tal modo la produzione, la distribuzione e la promozione di film, documentari e serie televisive e favorendo la competitività globale dei prodotti culturali europei (dal 2014 più di 2.500 progetti audiovisivi hanno ricevuto supporto contribuendo a far emergere talenti e a portare le narrazioni europee sulle scene internazionali).
Questo incremento di risorse non è solo quantitativo, ma anche qualitativo, con un’attenzione maggiore alla digitalizzazione, alla sostenibilità ambientale e all’inclusione sociale.
Le nuove metriche valutano il successo dei progetti culturali non solo in termini di partecipazione e visibilità, ma anche per il loro impatto economico e sociale.
Nonostante le numerose opportunità, ci sono anche sfide significative nell’utilizzo dei fondi europei per il settore culturale.
La complessità burocratica e la necessità di cofinanziamenti nazionali possono rappresentare ostacoli importanti.
È quindi cruciale migliorare le procedure amministrative e promuovere una maggiore trasparenza nella gestione dei fondi.
Un approccio strategico e coordinato è essenziale per superare queste sfide.
Le autorità locali e regionali, insieme alle imprese e alla società civile, devono collaborare per garantire che i fondi siano utilizzati in modo efficace e rispondano alle reali esigenze delle comunità.
In particolare, le imprese hanno un ruolo cruciale nello sfruttare le opportunità offerte dai fondi strutturali e dal Pnrr.
Partecipando attivamente a progetti culturali, possono contribuire allo sviluppo economico della regione.
Ad esempio, lo sviluppo di tecnologie innovative per la digitalizzazione dei beni culturali o la creazione di nuove piattaforme di realtà virtuale possono offrire esperienze immersive nei siti storici, aumentando l’attrattività turistica.
La collaborazione tra enti pubblici, università e imprese è quindi fondamentale per accelerare l’innovazione e lo sviluppo di nuovi servizi culturali e turistici.
Questo tipo di sinergia può portare a progetti più efficaci e sostenibili, contribuendo alla crescita complessiva del settore culturale.