Su Inpiù.net il Direttore Generale di Assonime, Stefano Micossi, commenta il modo di governare di Draghi, le cui scelte riflettono confronti e consultazioni ma anche la capacità di assumersi le responsabilità e decidere.
«Draghi decide. Questa è la vera novità del nuovo governo: nonostante le divergenti vedute tra i partiti che compongono la sua frastagliata maggioranza, quando i nodi vengono al pettine, Draghi decide. È successo con il Recovery Plan, sta succedendo per le nomine nelle controllate pubbliche come nel blocco dei licenziamenti e, forse tra oggi e domani, nel decreto semplificazione e nell’assetto di governance del Pnrr».
«Sembra probabile che anche il nodo gordiano della giustizia possa essere sciolto con qualche avanzamento, grazie anche al prudente e tenace lavoro della ministra della giustizia Cartabia. Dove i partiti rinviavano, si arriva al confronto finale e poi Draghi decide».
«Le decisioni non sono arbitrarie, anzi riflettono serie consultazioni e si collocano in punti di equilibrio attentamente valutati; per le nomine, si sono scelti fin qui nomi impeccabili per le posizioni chiave (vediamo se si potrà evitare di riempire i consigli di personaggi indicati dalla politica, il loro contributo di solito è peggiorativo delle strategie)».
«La buona qualità delle decisioni rende difficile ai partiti di protestare, dunque masticano amaro e inghiottono. L’unica via di scampo è di agitare le loro bandiere ideologiche, puntando a farsi riconoscere in vista delle prossime elezioni – con rischi di erosione del sostegno politico al governo, potenzialmente più gravi man mano che si avvicina l’avvio del semestre bianco per l’elezione del presidente della Repubblica».
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