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Stefano Folli (la Repubblica): «Come evitare che la partita per il Quirinale laceri il Paese»

Come evitare che la partita per il Quirinale laceri il Paese. Stefano Folli, su Repubblica, auspica un presidente eletto al primo turno e spiega perché.

«La vicenda italiana nei prossimi mesi scorre lungo due strade che dovrebbero essere parallele, ma che promettono d’intrecciarsi persino troppo presto. La prima è la strada del governo, dove si avvertono alcuni scricchiolii finora tenuti sotto controllo».

«Ci vorrà tutta l’abilità del presidente del Consiglio, sostenuto dietro le quinte dal capo dello Stato, per evitare i passi falsi. È vero che nessun partito della maggioranza ha in mano un’alternativa, il che permette a Draghi di mantenere l’equilibrio fra sinistra e destra: tuttavia il rischio di un certo logoramento esiste, con tutte le incognite del caso».

«La seconda strada – parallela alla prima – riguarda l’elezione del capo dello Stato, alla fine del gennaio ‘22. Alcune indiscrezioni indicano che è già aperto il concorso per chi sarà il regista dell’operazione. Nel 2015 a svolgere l’ambito ruolo fu Renzi, all’epoca sulla cresta dell’onda. Adesso l’ex premier fiorentino vorrebbe ripetere il successo giocando d’anticipo, visto che non ha più la forza politica ed elettorale di un tempo. È un’ambizione temeraria, ma vedremo».

«Il punto è che stavolta nessun “grande elettore” potrebbe manifestarsi, mancando proprio il baricentro di un sistema debole. Il pericolo è che l’elezione si trasformi in una specie di Far West parlamentare: tutti contro tutti, nessuno capace di riunire il consenso minimo intorno a un candidato (e il centrosinistra, a differenza della destra, ne ha parecchi)».

«Il buonsenso e l’interesse istituzionale suggeriscono che non si sollevi il coperchio del vaso di Pandora: vale a dire che si cerchi di eleggere il presidente al primo scrutinio, attraverso un accordo preliminare il più largo possibile. Come avvenne l’ultima volta per Carlo Azeglio Ciampi. Sarebbe un buon servizio al Paese, cui si risparmierebbe uno spettacolo sconfortante».

«Solo due figure hanno la possibilità di essere elette al primo scrutinio. Il presidente in carica, Mattarella, la cui ritrosia alla rielezione è nota, ma che potrebbe doversi inchinare al superiore interesse delle istituzioni. E il premier Draghi, il cui prestigio è tuttavia prezioso al tavolo del governo e in prospettiva sulla scena europea. Il futuro dell’Italia post-pandemia dipende anche da come si risolverà il rebus».

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