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Giorgia Romitelli e Francesco Ferrari (partner Dla Piper): «La soluzione per l’edilizia scolastica sono i contratti di Partenariato pubblico privato»

Uno degli obiettivi previsti dal Pnrr nel contesto della Missione 4 “Istruzione e Ricerca” è il “Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido all’università”. Il raggiungimento di tale obiettivo, centrale per realizzare un sistema scolastico al passo con le sfide che la modernità pone, richiede di intervenire sulle strutture scolastiche, in modo che possano divenire sostenibili e con il massimo dell’efficienza energetica, innovative dal punto di vista architettonico e strutturale, adatte a una moderna didattica e sicure anche dal punto di vista sismico.

Si tratta sia di intervenire sulle strutture esistenti con interventi di manutenzione straordinaria e di riqualificazione sia di edifici di nuova realizzazione. questo il caso della Missione 2, Componente 3, Investimento 1.1., che prevede per circa 195 edifici scolastici un “Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica”.

L’ultimo report sull’edilizia scolastica della Fondazione Agnelli indica in 40 anni l’età media degli edifici scolastici. Il governo, attraverso la Cabina di Regia tenutasi il 7 ottobre scorso ha annunciato l’imminente lancio di 5 bandi dal valore complessivo di 5 miliardi di euro per far fronte agli impegni della prima tranche di fondi del Pnrr. Inoltre il governo con il decreto legge che è stato approvato il 27 ottobre scorso al fine di tentare di dare un’accelerazione all’attuazione del Pnrr, con riferimento alla Missione 2 sopra indicata ha previsto che verrà lanciato dal ministero dell’Istruzione un concorso di progettazione per ciascuno degli interventi individuati che dovrà concludersi entro 160 giorni dalla pubblicazione del bando. All’esito del concorso gli enti locali entrano in proprietà dei progetti di fattibilità tecnica ed economica.

Eppure se si considera la tempistica entro la quale i fondi europei dovranno essere spesi e gli interventi realizzati, i tempi delle procedure di gara e la circostanza per cui le risorse del Pnrr non saranno sufficienti a fare fronte a tutte le esigenze di riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico del nostro Paese (l’ultimo report della Fondazione Agnelli stima in 200 miliardi il costo per riqualificare l’intero patrimonio scolastico a fronte dei complessivi 12,66 miliardi previsti nel Pnrr) ci si rende conto che devono essere messe in campo innovative modalità di realizzazione e di finanziamento. I contratti di Partenariato pubblico privato (Ppp), tra cui la concessione di costruzione e gestione, anche nell’ambito della proposta a iniziativa del privato, come disciplinata dal Codice dei contratti pubblici, possono rappresentare in tale contesto un valido strumento per ovviare alle criticità del sistema tradizionale.

Innanzitutto l’apporto del capitale privato, nella forma di equity e di debito attraverso i fondi infrastrutturali e gli istituti finanziatori, genera un effetto leva tale per cui le risorse del Piano possono essere destinate a un maggior numero di interventi, con un evidente beneficio ai fini di un intervento più esteso sul patrimonio scolastico. Il contributo pubblico, infatti, non può superare il 49% dell’investimento nelle c.d. opere calde, e tali dovrebbero essere qualificate anche le tipologie di interventi in Ppp nell’edilizia scolastica. Il privato promotore, con la proposta di Ppp, può mettere a disposizione del soggetto pubblico il proprio know-how, la propria esperienza e innovatività e ciò a beneficio della qualità del progetto e dell’intervento realizzato.

Senza considerare i vantaggi in termini di accelerazione dei tempi di gara, in quanto il promotore si fa carico lui con la proposta anche del progetto di fattibilità. Pertanto concentrando in un unico soggetto l’intera progettazione e l’esecuzione dell’intervento, questo riduce il numero delle procedure di gara, e accelera di conseguenza i tempi di realizzazione. Inoltre la gestione e manutenzione dell’intervento realizzativo che deve essere sempre presente in un contratto di Ppp, oltre a trasferire sul concessionario il rischio di costruzione e quello di disponibilità, e quindi a responsabilizzare l’operatore privato sollecitandolo al rispetto dei tempi di ultimazione dell’intervento e alla sua qualità realizzativa, consente di allungare oltre al traguardo del 2026 i benefici del Piano.

Infatti il meccanismo di funzionamento del contratto di Ppp dovrebbero garantire che la successiva gestione e manutenzione dell’intervento realizzato mantengano nel tempo qualità, sicurezza e sostenibilità dell’intervento, ben oltre la sua realizzazione. Naturalmente, al fine di attrarre gli investimenti privati, peraltro anche sollecitati nella delega al governo in materia di contratti pubblici, sarebbe necessario accorpare più scuole e/o presidi scolastici in modo da creare una massa critica, e questo a vantaggio della bancabilità dell’iniziativa e della celerità ed efficienza della procedura.

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