L’arrivo dei vaccini contro il coronavirus avrebbe potuto essere un traguardo da festeggiare “ma purtroppo così non è stato perché c’è stato un approccio un po’ da ‘prima io'” da parte di alcuni Paesi nella richiesta delle dosi. Lo ha dichiarato, durante i lavori del World Economic Forum, Pascal Soriot, amministratore delegato di AstraZeneca, l’azienda anglo-svedese che ha sviluppato un siero contro il Covid-19 insieme all’università di Oxford.
“Da un punto di vista globale, si può dire che avremmo potuto e avremmo dovuto essere preparati meglio a questa pandemia”, ha aggiunto il manager, il quale ha però sottolineato che “le cose stanno cambiando e sta emergendo una collaborazione internazionale”.
“Ci sono molti buoni esempi di eccellente collaborazione tra pubblico e privato in molti Paesi”, ha aggiunto Soriot, secondo il quale “la prima cosa da fare è investire in prevenzione, diagnosi precoce e trattamento precoce”. L’ad di AstraZeneca ha sottolineato che i Paesi più industrializzati investono in prevenzione solo il 3% della spesa sanitaria. “Il 20% di questo 3% è speso in immunizzazione e diagnosi precoce della malattia”, ha concluso Soriot, “in sostanza, tendiamo ad aspettare che la gente si ammali per poi provare ad affrontare il problema, invece di provare a identificare in anticipo la malattia e prevenirla”.