Concessioni balneari prorogate fino al 30 settembre 2027, indennizzi per i concessionari uscenti ed esclusione dei circoli sportivi dalla Bolkestein.
È intorno a questi capisaldi che si sviluppa la riforma delle concessioni balneari.
Le nuove norme sono contenute nel decreto anti-infrazioni, che ha incassato la fiducia alla Camera con 193 voti favorevoli e 106 contrari e che – dopo il voto definitivo – passa in seconda lettura in Senato.
Le norme sui balneari sono contenute all’articolo 1 del provvedimento, che ha iniziato l’iter di conversione il 24 settembre e va convertito in legge entro il 16 novembre.
Le modifiche al testo sono state oggetto di una delicata trattativa tra il governo e la Commissione Ue.
Il disco verde di Bruxelles è arrivato nei giorni scorsi solamente per l’esclusione dalla direttiva Bolkestein dei circoli sportivi.
La maggioranza ha invece dovuto rinunciare alle richieste di estendere ulteriormente gli indennizzi.
La norma salva-circoli riguarda le società e associazioni sportive dilettantistiche che svolgono queste attività in via “stabile e principale”, iscritte al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche, che perseguono esclusivamente finalità sociali e ricreative, e a condizione che usino il demanio marittimo non per attività economiche: una formula che consente la presenza nei circoli di punti di ristoro, purché l’attività prevalente non sia questa, ma quella sportiva.
L’intervento salva circa 1.500 circoli sportivi sulle sponde di fiumi, laghi e mari.
Altra modifica approvata nel corso dell’esame in commissione è quella che consente ai concessionari di lasciare installati fino all’aggiudicazione della gara, anche fuori stagione, i manufatti amovibili, vale a dire prefabbricati e strutture usati come ambienti di lavoro o depositi.
Più in generale, il decreto proroga al 30 settembre 2027 le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali in essere e stabilisce che le nuove procedure di affidamento delle concessioni dovranno essere chiuse entro il 30 giugno 2027.
Sono previsti anche i criteri di indennizzo per i concessionari uscenti: l’indennizzo sarà a carico del nuovo concessionario e pari al valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione, compresi quelli effettuati in conseguenza di eventi calamitosi debitamente dichiarati, nonché pari a quanto necessario per garantire al concessionario uscente un’equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni.
I criteri per stabilire l’equa remunerazione sono demandati ad un decreto del Mit, di concerto col Mef da adottare entro il 31 marzo 2025.
Viene infine abrogato il tavolo tecnico che era stato istituito per la mappatura delle stesse concessioni.