La Giunta regionale veneta ha approvato e trasmesso al Consiglio regionale, per la definitiva approvazione, il nuovo piano energetico regionale la cui elaborazione è durata 2 anni.
Gli obiettivi del piano, fissati al 2030, sono di arrivare ad avere il 43% di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, con un incremento di energia elettrica da rinnovabili pari a +5,7 Terawattora anno (il consumo di tutte le famiglie venete nel 2021) con contestuale riduzione della dipendenza energetica dal 50% attuale al 34%, una riduzione del consumo di energia pari a 1,13 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (il 10% del consumo dell’intero sistema veneto nel 2019).
Inoltre è prevista una riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera di 15 milioni di tonnellate (come 148 milioni di nuovi alberi piantati) e una riduzione delle emissioni di CO2 nei settori trasporti, civile, agricoltura, rifiuti e piccola industria di 3,5 milioni di tonnellate, equivalenti ad un bosco esteso quanto la provincia di Belluno.
”Un lavoro ambizioso e sfidante per traguardare una transizione energetica ormai non più rinviabile, ma sostenibile, partecipata e nel segno dell’autonomia energetica” l’ha definito il governatore Luca Zaia.
Il piano ha recepito oltre la metà delle 95 osservazioni pervenute nella fase di consultazione pubblica, e prevede circa 8 miliardi di investimenti e un impatto economico stimato in 19,7 miliardi di euro con 107.000 addetti coinvolti.
Oltre alla condivisione con il territorio, l’assessore all’energia Roberto Marcato ha ricordato come la sua lunga e complessa redazione ”ha visto impegnate 4 aree organizzative regionali, 14 direzioni, l’Arpav, il Comitato tecnico strategico di Veneto Sviluppo, il Centro Studi Levi Cases, il gruppo GSE e l’Enea”.