Del Ddl Nordio Carlo Bonini ha un’opinione negativa.
“C’è da comprendere l’incredulità dei colonnelli di Forza Italia e Lega che neanche nei sogni più selvaggi del ventennio berlusconiano avrebbero immaginato di svegliarsi una mattina con un codice penale ripulito dall’abuso di ufficio e dal traffico di influenze e una nuova disciplina delle ordinanze di custodia cautelare che, nella sua farraginosità e illogicità, ne renderanno, di fatto, macchinoso e depotenziato l’uso – scrive Bonini su Repubblica -.
Del resto, intestata come è alla memoria di Silvio Berlusconi, la sedicente riforma vale ben più di un aeroporto.
Perché, in attesa dell’annunciata stretta sull’uso e la durata delle intercettazioni, porta a compimento il progetto di una giustizia di classe disarmata con i forti e implacabile con i deboli, che è stato il segno distintivo, nella sua declinazione giudiziaria, della lunga stagione berlusconiana.
Indagare, perseguire e punire le responsabilità dei colletti bianchi, distinguere tra la sacrosanta discrezionalità dell’amministratore e del funzionario pubblico o del politico e i suoi abusi sarà semplicemente impossibile.
Perché, per legge, irrilevante.
Emanciparsi dal familismo patologico e interstiziale che soffoca e manipola il mercato e avvelena le libere scelte degli amministratori non sarà più affare del giudice penale.
E se qualcuno farà traffico di influenze promettendo in cambio denaro o interessi privatissimi di pilotare le decisioni di un’amministrazione in forza della sua rete di relazioni, dell’appartenenza di partito, buon per lui e di chi ne sarà beneficiato.
Con buona pace dei gonzi che credono alla libertà e trasparenza del mercato o all’imparzialità della pubblica amministrazione”.
“In nessun’altra democrazia occidentale – conclude Bonini – si è con più impegno, ossessione e costanza lavorato per grippare la macchina giudiziaria.
A dispetto della ricerca della sua efficienza e del principio di uguaglianza che dovrebbe guidarla”.