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Miuccia Prada: «Attraverso la moda possiamo esprimere delle idee, delle buone idee»

«Attraverso la moda possiamo esprimere delle idee, delle buone idee». Miuccia Prada non si lascia cogliere impreparata alla domanda su cosa sia per lei il fashion. Mai. Neanche con l’emozione di uno zoom e il debutto con la prima collezione maschile disegnata a quattro mani con Raf Simons. Il designer belga, scrive MFF, le siede vicino (ma non troppo vicino, anti-Covid rules ovviamente) nel momento in cui si aprono le domande da parte di studenti di alcune università worldwide.

Commentano quella sfilata che si è appena conclusa, versione digital, girata in un non luogo ricreato da Rem Koolhaas in un padiglione della Fondazione Prada. Una bubble architettonica con stanze impossibili che si susseguono e confondono un po’ le percezioni. Sembrano ricreate al computer ma sono reali. Ogni stanza risveglia i sensi, grazie ai fondali dalle tinte brillanti, definiti da pannelli di marmo, resina, gesso e faux fur, finta pelliccia con un touch eco-geometrico: cerchi come base delle stanze a cilindro, circularity perché tutto l’allestimento verrà completamente riciclato.

Il colpo d’occhio è un incastro cromatico che si ripete anche nei look. Per quelle silhouette diventano un inno mentale al fisico. Sense anzi senses and sensibility. «Abbiamo parlato di sperimentazione e libertà, delle possibilità da esplorare con i colori, le superfici e le sensazioni. La collezione parte dai sensi e dalle sensibilità», ha spiegato a MFF la stessa Miuccia Prada. «In questo momento ci manca la tattilità, poter toccare le cose. Esiste un lato molto intimo nei vestiti, che rimanda in un certo senso alla nudità del corpo. Si tratta del bisogno umano di sensualità. Il bisogno astratto, ma molto vero e autentico, di qualcosa di fisico, il bisogno di toccare: la sensualità per il corpo, la struttura per gli abiti».

Le linee si semplificano, il capo passe-partout di stagione sono i long johns, quell’intimo che può essere letto sotto tanti punti di vista. Romantico, sportivo, spaziale, atletico. O da rockstar. Diventa una second skin fluida, che pronta a lasciare liberi a movimenti di ballo che fanno da intermezzo alla camminata seriosa dei modelli che calcano la passerella sulla musica elettronica di Plastikman. Un incedere solitario che spiega il desiderio di voler invece un contatto, di quella ricerca di fisicità raccontata dai tessuti, una fame di calore materico.

«Le sensazioni tattili sono state il cuore del progetto e ci hanno riportati alla fisicità, al tangibile e al reale», ha aggiunto Raf Simons, «gli abiti avvolgono il corpo e invitano a essere toccati, un gesto che ha un profondo potere evocativo in un momento in cui tutto è così digitale ed effimero. La silhouette si concentra sulla fisicità e sulla forma, il corpo trova la propria libertà fisica, ma al contempo è protetto: la protezione è importante, parla del nostro tempo, della nostra realtà. È anche un modo nuovo e diverso, ma molto potente, di rassicurare».

Attraverso effetti cocoon di capi dalle linee oversize come i grandi bomber. Come i cappotti doppiopetto ma con doppio colletto in lana. Come i dolcevita che spuntano sotto gli abiti formali. In un gioco di silhouette che definisce, tra le righe, una citazione. Se per il debutto della collezione donna c’era una chiara ispirazione alla stessa Miuccia Prada, l’uomo della maison milanese richiama le forme amate e indossate dal designer di Anversa, quelle linee che mixano space e anni dell’edonismo. Tra maglieria in tessuto jacquard a motivi geometrici e art déco.

Pellami che uniscono al re-nylon, al tweed bouclè e ai classici gessati in lana. E ancora un acuto geometrico, il triangolo-logo che diventa 3D come una pochette, applicata su un guanto o sul retro di un capospalla. Giudizio. Si sente il talento, si vede il rispetto reciproco con due menti che sembrano interagire come vasi comunicanti.

Il brand torna a graffiare prepotentemente, non ha paura di lasciare il segno. Non teme il logo, non teme il confronto delle domande di chi abita fuori dal fashion world. E colpisce un altro risultato dell’incontro di due anime creative sulla carta apparentemente irraggiungibili come Miuccia Prada e Raf Simons. Invece di chiudersi a riccio in una sintonia compiaciuta, in realtà questa collisione ha innescato una delle più affascinanti forme di sharing naturale e di apertura verso il mondo.

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