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Marco Granelli (presidente Confartigianato): «Nel Recovery plan pregiudizi su piccole imprese. Problema non sono imprenditori, ma ambiente che li circonda»

Marco Granelli, presidente di Confartigianato, invita il governo a correggere il tiro nel Recovery plan, che indica «tra le cause dell’insufficiente crescita italiana, la ridotta dimensione media delle imprese».

«Si tratta di un pregiudizio smentito dai fatti. Ad esempio, nel settore manifatturiero l’Italia tra il 2015 e il 2019 ha avuto una crescita del valore aggiunto del 7,6%, ben superiore a quella di Germania e Francia che hanno imprese mediamente più grandi rispetto al nostro Paese»

Granelli spiega quali sono i veri problemi del Paese. «Il problema dell’Italia non sono i piccoli imprenditori ma l’ambiente che li circonda. Non ci servono “ormoni della crescita” per le aziende. Quello che deve cambiare sono le condizioni di un habitat nazionale poco favorevole all’iniziativa economica, sia essa micro, piccola, media o grande. Il Recovery Fund è l’occasione imperdibile per “resettare” il sistema Italia e creare le condizioni per la competitività di tutte le imprese, senza alcun pregiudizio legato alla loro dimensione, puntando su digitalizzazione, infrastrutture efficienti, transizione green. Oggi l’Italia è ancora al 58esimo posto tra 190 paesi nel mondo per la facilità di fare impresa. Abbiamo tanto da recuperare. Una delle sfide più importanti è la semplificazione normativa e burocratica, per liberare finalmente le imprese da adempimenti e costi inutili»

Il presidente di Confartigianato si sofferma poi sulle riforme impellenti da realizzare nel Recovery Plan. «Tra le riforme da realizzare c’è quella del fisco con la riduzione del peso delle tasse. Oggi in Italia la pressione fiscale è più alta di 1,6 punti di Pil rispetto alla media europea. In cima alla lista delle cose da cambiare ci sono anche le condizioni delle infrastrutture materiali e immateriali e l’accesso al credito. E bisogna recuperare i ritardi sul fronte degli investimenti in formazione delle competenze e nell’innovazione digitale»

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