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Marcello Messori (economista): «Il MEF è chiamato a sciogliere il rompicapo MPS»

L’acquisizione di Montepaschi di Siena (Mps) da parte di Unicredit pare destinata al fallimento. Ho sostenuto in tempi non sospetti che questo esito sarebbe stato positivo per il presunto acquirente. Infatti, Unicredit si può ora concentrare su acquisizioni più convenienti (per esempio, una banca di investimento) e sul connesso disegno di un nuovo “modello di attività”, rispetto al quale Mps sarebbe stato una “palla al piede” piuttosto che un fattore di vantaggio. Era quindi scontato dall’inizio della vicenda che, se il Ministero dell’Economia e delle finanze (Mef) non avesse ritenuto appropriato indennizzare con generosità l’acquisto, così come aveva fatto per le due banche venete poco più di quattro anni fa, la transazione non avrebbe avuto successo.

Il problema adesso riguarda il Mef, in quanto azionista di maggioranza assoluta di Mps, che si trova stretto fra gli impegni assunti verso le istituzioni europee (dismissione della banca) e la mancanza di soluzioni alternative di mercato. L’ipotesi più realistica è che il Mef non riveda la sua posizione rispetto alle richieste di Unicredit e ricontratti l’accordo europeo, assumendosi la responsabilità dell’onerosa (finanziariamente e socialmente) ristrutturazione di Mps.
 
Se così fosse, il Mef dovrebbe evitare due tentazioni. Non dovrebbe intavolare una nuova trattativa con una banca privata italiana, destinata a sfociare in altro spreco di tempo. Inoltre, non dovrebbe perseguire la falsa soluzione di un’unione fra la banca senese e le altre debolezze del settore bancario italiano (Carige, Banca Popolare di Bari), per affidarle poi a una fragile istituzione bancaria a controllo pubblico; mettendo insieme le debolezze, si massimizzerebbero le probabilità di generare sia ingenti oneri futuri per la collettività che un gruppo bancario di grande dimensione e di ancor più grande inefficienza.

Posto che il Mef non intenda vagliare soluzioni internazionali, si tratta di investire con paziente determinazione nella ristrutturazione di Mps. A tale riguardo, l’auspicio è che il Mef abbia effettuato calcoli corretti: è essenziale che, alla fine della vicenda, i costi presenti e futuri della ristrutturazione non abbiano valori attuali più elevati del trasferimento richiesto da Unicredit per assumersi l’ingrato compito di acquisire Mps.

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