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Marcello Messori (economista): «Ecco i rischi per lo stallo dell’Unione Bancaria»

Il presidente del Meccanismo unico di vigilanza, Andrea Enria, sostiene da tempo che il settore bancario europeo necessita di aggregazioni transfrontaliere per aumentare l’efficienza e rafforzare la stabilità dei mercati finanziari dell’euro-area.

Egli ammette, però, che tali aggregazioni diventeranno profittevoli e realizzabili solo a condizione che vengano prima superate le più rilevanti segmentazioni nazionali dei mercati del credito. Nel giugno del 2012, le istituzioni europee lanciarono il processo di Unione bancaria (Ub) al fine di raggiungere proprio questo risultato.

Il fatto che, qualche giorno fa, Enria abbia denunciato lo stallo nel completamento di Ub e l’insufficienza dei suoi impatti significa, quindi, che non vi è speranza per processi europei di aggregazione in grado di ridurre gli elevati rischi di instabilità che incombono sul settore finanziario dell’euro-area. Enria coglie nel segno.

L’incompleto secondo pilastro del processo di Ub ha avuto effetti opposti a quelli desiderati. Dalla sua entrata a pieno regime (inizio 2016), il meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie ha ottenuto spazi sempre più limitati di applicazione rispetto alle liquidazioni nazionali, che hanno regole molto eterogenee fra gli stati membri; e ciò ha rafforzato le segmentazioni nazionali del mercato del credito europeo.

Per giunta, la mancata approvazione dello schema europeo di assicurazione dei depositi non superiori ai 100 mila euro (terzo pilastro di Ub) va imputata alla contrapposizione fra una cogente richiesta di riduzione preventiva dei rischi bancari nazionali e la proposta opposta di una parziale e non sistematica condivisione di tali rischi.

Lo stallo, che ne è derivato, ha legittimato la permanenza di forti segmentazioni nazionali nel mercato bancario europeo.

Si è, così, generato un circolo vizioso con possibili esiti molto negativi. I mercati europei del credito hanno segmenti nazionali troppo forti per incentivare le aggregazioni transfrontaliere, cosicché i segmenti nazionali si rafforzano ulteriormente.

Ub, deputata a rompere questo circolo vizioso, ha fallito. Vi è quindi l’alto rischio che l’euro-area si trovi impreparata rispetto all’incombente instabilità finanziaria.

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