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L’Ue si spacca sulla proroga o sulla replica del PNRR | Lo scenario

Stati europei spaccati sull’allungamento dei tempi per spendere i fondi del Pnrr, con “alcuni forti sostenitori”, interessati anche a un bis dello strumento, e altri “piuttosto critici” e convinti debba restare un ‘unicum’.

Il tema non sarà dunque sul tavolo della riunione dei ministri delle Finanze dell’Eurozona e dell’Ue a Bruxelles, alla quale partecipa il ministro italiano Giancarlo Giorgetti.

“Le opinioni sono divise”, “non c’è unanimità”, ha detto un alto funzionario europeo.

Di certo all’Ecofin arriva un punto sul Pnrr dopo 27 piani approvati, 57 richieste di pagamento e 232 miliardi di euro già erogati.

Sul tavolo anche la modifica del piano presentata a marzo dall’Italia con alcuni interventi di carattere tecnico, con l’attesa che il Consiglio Ue approvi le decisioni di esecuzione, dopo l’ok della Commissione a fine aprile.

Intervenendo sulla competitività, intanto, Giorgetti ha sottolineato la necessità di “tenere i talenti in Europa” e “allentare i vincoli burocratici per utilizzare le risorse per l’innovazione” anche in relazione al Recovery.

E poi, proprio nell’ambito della riunione dell’Eurogruppo, è giunto un nuovo appello all’Italia per la ratifica del Meccanismo europeo di stabilità: “Nell’Eurogruppo di oggi è stata fatta una ‘chiamata’ per l’approvazione del trattato Mes modificato che, come sapete, è stato ratificato da 19 Paesi”.

“E’ una questione di credibilità il fatto che venga rispettato quell’impegno”, ha detto il direttore del Mes Pierre Gramegna.

Tornando all’ipotesi di un allungamento o riedizione del Next Generation Eu (Ngeu), lo strumento post pandemico europeo, i Paesi cosiddetti frugali sono i più contrari.

“Non ci mancano sussidi a carico dai contribuenti, non ci mancano nemmeno debiti comunitari – ha detto il tedesco Cristian Lindner -.

Al contrario, dobbiamo esaminare criticamente quanto strumenti come il Ngeu abbiano effettivamente avuto successo per migliorare la nostra competitività”.

A più riprese negli ultimi tempi il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni ha invitato i Paesi a concentrarsi piuttosto sull’esecuzione dei piani che sul rinvio delle scadenze, anche perché una modifica del Ngeu richiederebbe la ratifica di 27 Parlamenti.

Il regolamento del Pnrr prevede che i pagamenti vadano fatti entro il 31 dicembre 2026, dopo la realizzazione entro fine agosto di tutti i target e obiettivi.

Non c’è alcuna flessibilità possibile rispetto alla scadenza di agosto, ha sottolineato un portavoce dell’esecutivo europeo.

“Degli strumenti finanziari possono continuare a funzionare oltre la durata dello strumento – ha però chiarito – L’investimento del Pnrr è in questo lo strumento finanziario stesso, con il trasferimento di fondi a un sistema finanziario da parte dello Stato membro che deve essere effettuato entro lo stesso termine”, quello della fine di agosto.

Intanto a Palazzo Chigi si è riunito il Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Ue, convocata dal ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, e con la presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

All’incontro, i nuovi compiti che il Governo ha affidato al Comitato per rafforzare la strategia unitaria delle attività di prevenzione e contrasto alle frodi e agli altri illeciti sui finanziamenti connessi al Pnrr, alle politiche di coesione e ai fondi nazionali correlati.

Il Ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta ha poi firmato la circolare sull’anticipazione alle amministrazioni che lo chiederanno ‘nel limite della disponibilità di cassa esistente’, in base a quanto previsto dal recente decreto Pnrr.

Un passo per accelerare l’attuazione degli interventi del Pnrr e far partire la procedura per l’assegnazione del 30% di anticipo sui progetti avviati dalle amministrazioni centrali dello Stato e dagli enti territoriali come Regioni, Province e Comuni.

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